Famiglia
In viaggio per guarire: parte il progetto della prof che ha vinto l’Italian Teacher Prize
Era il suo sogno e con i 50mila euro del premio lo ha realizzato: Anna Maria Berenzi e i suoi ragazzi il 7 ottobre daranno il via al tour "In viaggio per guarire": una ventina di ex-studenti della Scuolain Ospedale di Brescia incontreranno gli studenti delle classi quarte e quinte per parlare di malattia, senso della vita, emozioni, donazione di sangue e di midollo osseo
«Abbiamo avuto il cancro. Si, fa male ma dal male può nascere anche il bene». «Il messaggio che vorrei dare? Combattere sempre e non arrendersi mai». Un altro ragazzo invece dice: «Io sono qui perché ho ricevuto il trapianto di midollo osseo da mia madre: vi assicuro che è bello ricevere ma è molto più bello donare». Le voci sono quelle di alcuni ragazzi che hanno vissuto l’esperienza di una grave malattia, curati agli Spedali Civili di Brescia, dove hanno frequentato la scuola in ospedale. La professoressa Anna Maria Berenzi, che lì, in ospedale, insegna matematica li ha coinvolti in un progetto itinerante, che li porterà in giro per l’Italia per incontrare i loro coetanei e far conoscere a tutti cos’è la scuola in ospedale, cosa significa affrontare una malattia grave, come la classe può sostenere un compagno malato. Il progetto si chiama “In viaggio per guarire. Dalla malattia a una nuova normalità” e il primo incontro sarà il 7 ottobre a Milano (Istituto Salesiano Sant’Ambrogio, qui il link per prenotare la propria classe).
La prof Berenzi lo scorso marzo ha vinto la prima edizione dell’Italian Teacher Prize, il riconoscimento voluto dal Miur per dare visibilità ai tanti ottimi insegnanti che abbiamo nelle nostre scuole e “ispirare” altri. Il servizio di Scuola in Ospedale e Istruzione Domiciliare risale al 1986: è allora che sono nate le prime sezioni scolastiche all’interno degli ospedali e da lì viene sancito il carattere “normale” della scuola in ospedale, come sezione staccata della scuola del territorio. Oggi, dopo trent’anni, in Italia ci sono 167 sezioni ospedaliere, con 765 docenti: nello scorso anno scolastico hanno usufruito di questo servizio 62.204 studenti, di cui 4.400 della scuola secondaria di II grado. Fare lezione in oncoematologia pediatrica significa ricordare ai ragazzi «che la malattia non ti sta togliendo tutto, che esiste una parte della tua vita che non viene risucchiata da degenza, terapie e isolamento. Ho chiesto il trasferimento sulla sezione ospedaliera otto anni fa, la paura di non reggere il carico emotivo era forte, ma con il tempo ho imparato che i nostri studenti degenti, affrontando con tanto coraggio e dignità prove durissime, ci insegnano a non voltare la faccia di fronte alla fatica e al dolore, e ora non lascerei più il mio ruolo in ospedale. Mi ritengo una privilegiata ad essere dove mi trovo», disse la prof il giorno della premiazione al Ministero.
Il premio consisteva in 50mila andati non alla professoressa ma alla scuola, l’IIS Castelli di Brescia. Il progetto "In viaggio per guarire" è il frutto di quel premio: una sorta di campagna di responsabilizzazione con tappe in diverse scuole d'Italia che coinvolga i ragazzi in cura e quelli già guariti, come testimonial. Per i ragazzi che portano la loro testimonianza sarà uno spazio in cui essi ritrovarsi al di fuori delle stanze di degenza, un’opportunità in più per condividere vissuti e supportarsi a vicenda nella rielaborazione del trauma vissuto. Per chi ascolta sarà un vero e proprio laboratorio di empatia, un modo di vivere alternativo rispetto ai modelli e ai valori proposti dalla società contemporanea, di promuovere la cultura della solidarietà e dell’inclusione e sensibilizzare al tema della donazione di sangue e di midollo.
«Nulla a che vedere con le spettacolarizzazioni, impressionare, sgomentare, turbare sono modalità lontane e totalmente inefficaci allo scopo», assicura la professoressa Berenzi, «gli incontri sono incentrati sulla presenza fisica dei testimoni, che non interpretano alcun ruolo, le loro narrazioni sono autentiche. Accade spesso che, al termine dell’incontro, i ragazzi del pubblico si avvicinino per abbracciarli e ringraziarli di persona. I giovani sul palco non ambiscono ad essere protagonisti patetici: la compassione è un sentimento che rifuggono, è la negazione della partecipazione autentica che chiedono e promuovono con le loro testimonianze».
Ai ragazzi del pubblico – gli incontri sono destinati alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado – il fatto di «ascoltare non solo con le orecchie, ma anche con gli occhi e con il cuore, la storia di un giovane paziente oncologico offre l’opportunità di confrontarsi con la paura, la rabbia, l’angoscia, la solitudine, senza girare lo sguardo. L’incontro con la fragilità apre la strada a rapporti umani autentici, insegna il coraggio, la determinazione, la dignità. La relazione con un ragazzo ammalato obbliga a dare la giusta misura ad ogni cosa; fare gruppo attorno al ragazzo ammalato fa sperimentare la forza della condivisione di un valore. In viaggio per guarire vorrebbe, attraverso le straordinarie testimonianze di alcuni giovani pazienti, far sì che il vissuto di malattia di un compagno di classe potesse diventare un’occasione speciale per educare a decentrarsi, per incontrare e sentire i bisogni dell’altro, per far conoscere e attivare scelte di solidarietà». E per chi – fortunatamente – non ha mai incrociato la malattia, resta la possibilità di confrontarsi con le emozioni, «che raramente abitano la didattica, non siamo abituati a parlarne, anche al di fuori della scuola, e i nostri giovani sono spesso blindati nel loro sentire, poco abituati alla condivisione e in difficoltà nel riconoscere l’altrui – ma anche la propria – emotività».
Sono una ventina i giovani che partecipano al progetto e tredici gli incontri già fissati, da Milano a Palermo, da Cagliari a Trieste (qui il calendario). Il progetto In viaggio per guarire ha il patrocinio di ASST Spedali Civili di Brescia, Comune di Brescia, Ail, Avis, AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica), Associazione Bambino Emopatico, Essere Bambino, le Ali, Fondazione Castelli, Fondazione della Comunità Bresciana, Comune di Padova.
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