Welfare

IN VENETO IL VOUCHER DELLA TERZA ET

La Regione individua parametri e standard. Per gli utenti c’è libertà di scelta. E la concorrenza migliorerà i servizi...

di Davide Nordio

Dopo il buono scuola, arriva il buono per la non autosufficienza. Il Veneto sarà la prima regione italiana dove i contributi pubblici non saranno consegnati alle strutture di assistenza ma direttamente ai cittadini aventi diritto. I quali potranno scegliere la struttura dove essere ospitati. Il via il 1° luglio 2007. Spiega il presidente Giancarlo Galan: «È una vera liberalizzazione. Il Veneto rivoluziona il sistema dei servizi residenziali per gli anziani non autosufficienti. Il ?pubblico? si ritira. La Regione farà solo quello che deve fare e null?altro: individuare i parametri e gli standard, programmare il bisogno, definire l?accreditamento. Per il resto ci sarà l?assoluta libertà di scelta e questo avrà come conseguenza la corsa al miglioramento dei servizi. Non ci saranno più casermoni con centinaia di posti letti per anziani, ma strutture che saranno in competizione per la qualità dei servizi offerti».

In linguaggio tecnico la ?liberalizzazione? consiste in una delibera (la n. 457 del 27 febbraio 2007) che introduce le «impegnative di residenzialità per l?assistenza sociosanitaria alle persone non autosufficienti» con le quali si supera l?abbinamento tra posto letto e quota di rilievo sanitario. Verranno emesse dalle Ussl che gestiranno oltre 23mila posti nelle strutture accreditate. Gli aventi diritto saranno valutati attraverso la scheda S.Va.M.A. che misura il fabbisogno assistenziale dei cittadini con criteri uniformi. «L?obiettivo è quello di mettere al centro delle politiche sociosanitarie la persona e i suoi bisogni di cura e assistenza », spiega l?assessore al Sociale, Stefano Valdegamberi, «non guardando al tasso di aumento della popolazione anziana ma stabilendo criteri innovativi che garantiscono una libertà di scelta della struttura». Per la residenzialità dei non autosufficienti il Veneto per il 2007 ha stanziato 416 milioni di euro, con un incremento di 16 milioni rispetto all?anno precedente, confermando un trend che negli ultimi sette anni ha visto aumentare i contributi per questo capitolo di spesa.


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