Economia

In un clima di sfiducia, ecco il primo Trust Onlus di Banca Esperia

Per la prima volta in Italia una banca utilizza lo strumento del trust per destinare patrimoni a scopi benefici riconosciuti come rilevanti e di interesse generale

di Monica Straniero

Per la prima volta in Italia una banca utilizza lo strumento del trust per destinare patrimoni a scopi benefici riconosciuti come rilevanti e di interesse generale. L’iniziativa è di Banca Esperia, la private bank di Mediobanca e Mediolanum, che ha appena lanciato Esperia Philanthropy Onlus. L’atto costitutivo del primo trust onlus di emanazione bancaria indica chiaramente che lo scopo del fondo è l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale mediante devoluzioni in denaro a favore di terzi senza scopi di lucro.

Per Mediobanca si tratta di un “esempio virtuoso di utilizzo del trust che può concorrere a rafforzare una visione positiva dell’utilizzo di questo strumento in Italia per realizzare finalità meritevoli di tutela”. Perché mentre nei paesi anglosassoni è un istituto giuridico molto diffuso, nell’ordinamento italiano il concetto di proprietà privata fa fatica ad estendersi a strumenti atipici come il trust dove non esiste la figura del proprietario. Esistono invece: il bene, chi lo cede in gestione e chi lo gestisce, il trustee, un soggetto terzo e indipendente che amministra il fondo con l’obiettivo di realizzare il programma definito nell’atto di costituzione.

Nel caso dell’Esperia Philantropy onlus, a ricoprire l’ufficio di trustee non è una Onlus ma l’Esperia trust Company srl, la società del gruppo Banca Esperia che, nata nel 2005 è stata la prima trust company italiana di emanazione bancaria. Ma così non c’è il rischio di un conflitto di interesse? “L’attività di Esperia Trust Company è svolta senza compenso e l’indipendenza del trustee è garantita anche dal fatto che la società è supportata e controllata da un guardiano e da un comitato dei garanti formato da persone terze rispetto sia alla Banca che alla Trust Company”, precisano da Mediobanca.

Tuttavia lo scetticismo intorno a questo strumento giuridico è alimentato dai troppi casi di utilizzo del trust come strumento finalizzato ad aggirare le regole ereditarie o per sfuggire ai creditori. Come fa notare Andrea Lepore dell’Università degli studi di Napoli, “le obiezioni che si muovono alla qualificazione del trust a scopo benefico come ente sono incentrate principalmente, se non esclusivamente, sulla impossibilità secondo alcuni di poter creare figure ulteriori ed alternative a quelle degli enti “tipizzati” nel primo libro del codice civile”. Ci si riferisce in particolare alle Fondazioni che sono soggette ad una serie di regolamentazioni e forme di controllo di natura pubblica, mentre per i Trust in Italia non esiste ancora un’autorità governativa di controllo. Insomma il trust onlus, che sul modello del charitable trust inglesi è costituito per finalità sociale, si potrebbe rivelare uno strumento più duttile rispetto alla tradizionale fondazione, con la quale condivide l’aspetto della liberalità. E’ lo stesso Lepore a sottolineare che quando nel 1942 fu promulgato il codice civile non si sarebbe certo potuto discorrere né di leasing, di factoring, di merchandising, di multiproprietà, di nullità relativa o di protezione ed ovviamente di Trust Onlus.

Intanto l’acronimo onlus concede allo strumento messo in campo da Banca Esperia di rientrare nella fattispecie introdotta dall’Agenzia per il Terzo Settore che, in un atto di indirizzo del 2011, specifica che se il trust rispetta i requisiti prescritti dall’art. 10 del d.lgs. n.460/97, potrà legittimamente assumere la qualifica di Onlus e beneficiare di tutte le agevolazioni fiscali riservate alle organizzazioni non lucrative. Ma non è un trattamento tributario favorevole, l’obiettivo principale del trust, assicurano da Mediobanca. Il fondo sarà alimentato da Banca Esperia e resterà aperto a donazioni anche da parte di benefattori terzi, i quali potranno indicare una destinazione specifica per il loro contributo. “In questo senso, attraverso lo strumento del Trust onlus è possibile realizzare le aspirazioni filantropiche dei nostri clienti che vogliono essere sicuri che il denaro messo a disposizione sia utilizzato in progetti di grande impatto sociale”.

Dunque, il primo trust bancario a scopo benefico si propone come strumento per realizzare iniziative di innovazione sociale, in linea con le nuove tendenza della filantropia. Questa operazione di Banca Esperia arriva poi in un momento in cui il dramma di chi ha perso i risparmi di una vita nel salvataggio delle quattro banche italiane, ha minato profondamente la fiducia dell’opinione pubblica nel sistema creditizio. In un contesto che sembra premiare la speculazione finanziara, serve una svolta Esperia Philanthropy Onlus ha l’occasione per dare un contributo alla ripresa della fiducia, insieme alla trasparenza e al rispetto delle regole.

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