Con quattro morti ogni centomila abitanti, secondo i dati del Dipartimento delle Politiche Antidroga, l'Umbria detiene il triste primato di regione col più alto numero di decessi per overdose da sostanze stupefacenti. Numeri e cifre che avevano destato preoccupazione e polemiche. C'è stato anche chi, facendosi prendere un po' la mano, aveva paragonato Perugia a Gotham City, la città infernale che fa da scenario alle avventure di Batman.
«Perugia non sarà la capitale della droga – si legge ora nella Relazione della Commissione d'inchiesta "Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze” dell'Assemblea legislativa dell'Umbria – ma è comunque un mercato fiorente e diffuso», soprattutto per le province limitrofe, come dimostrano le identità dei morti per overdose, spesso provenienti da varie parti dell'Italia centrale.
La droga, si legge nella Relazione 2014, «arriva a Perugia dallo scalo aeroportuale di Roma e dal porto di Napoli, trasportata dai cosiddetti "ovulatori", il cui arresto ha permesso di individuare i luoghi di provenienza. I grossisti, invece, appartengono a organizzazioni mafiose. L'intera catena distributiva è nelle mani di organizzazioni straniere: i nigeriani importano gli stupefacenti e sfruttano la prostituzione, come fanno anche gli albanesi, in territori riservati dove gli uni non invadono quello degli altri. Lo spaccio al dettaglio, invece, viene affidato, quasi in esclusiva, ai nordafricani. È provata l'esistenza di una organizzazione criminale che ha la sua testa in Tunisia. Quando arrivano attraverso i canali dell'immigrazione cladestina i rimpiazzi di quelli che non spacciano più perché colpiti dai provvedimenti delle forze dell'ordine, questi hanno indirizzi che fanno corrispondere una via di un quartiere di Tunisi ad una via di Perugia. Sono state rinvenute mappe del capoluogo umbro con i nomi delle piazze e delle strade ribattezzate secondo la toponomastica tunisina, per rendere più agevoli gli spostamenti della manovalanza criminale fin dal primo giorno di arrivo in Umbria».
Nella Relazione, che arriva dopo un primo periodo dedicato alle audizioni conoscitive, particolare rilievo è dato all'analisi della cosiddetta zona grigia, che consiste nelle attività di appoggio logistico offerte a vario titolo e in vario modo alle attività di spaccio. Gli spacciatori, infatti, circolano con quantità minime di droga, tali da far ricadere il tutto nella categoria "per uso personale". Questo rende molto problematica la configurazione del reato di spaccio e apre, al contrario, non poche questioni dal punto di vista sociale: quanto è pervasiva la rete diffusa dello spaccio?
«C'è un insieme di professionisti e imprenditori – si legge nella relazione – che forniscono allo spacciatore arrestato documenti validi di soggiorno, attestazioni di occupazione stabile, seppure fittizia, e indirizzi di residenza. Le stesse difese degli imputati di una medesima etnia sono monopolizzate da pochissimi legali sui quali, per le modalità con cui vengono loro effettuati i pagamenti delle spettanze per prestazioni giudiziarie, è necessario attirare l'attenzione del fisco».
Altro punto nel mondo della "addiction" è quello dell'azzardo. In Umbria secondo i dati dell'Auser e di Libera, un anziano su tre corre il rischio della dipendenza. Dai dati forniti alla Commissione dalla Guardia di Finanza, le giocate online superano i 2 milioni di euro al giorno.
Nel periodo gennaio-giugno 2013, preso in considerazione dala Relazione, gli incassi sono stati di oltre 200 milioni per le new slot e oltre 165 milioni per le videolotterie (il totale fa 365 milioni di euro in sei mesi). A Perugia sono attive 14 sale dove si gioca con le videolotterie, con 4.130 apparecchi in funzione ogni giorno (una slot ogni 40 abitanti) e circa una settantina di altri luoghi sparsi in tutta la provincia. Giocano di più i cittadini di Terni, con oltre 20 punti videolotteries attivi in città. Mentre le "macchinette" installate in tutta la regione sono 5460.
Nel solo mese di giugno 2013 gli incassi di videolotteries e slot machine in provincia di Perugia hanno raggiunto i 40 milioni di euro. E a queste cifre si devono aggiungere i proventi del gioco clandestino, soprattutto via internet, che secondo la Commissione si attesterebbero sui valori simili.
Nel frattempo, la Commissione sanità di Palazzo Cesaroni – sede del Consiglio – ha deciso all'unanimità di riunire in un unico testo i tre disegni di legge per il contrasto alla ludopatia presentati da Sandra Monacelli (Udc), Oliviero Dottorini (Idv) e Zaffini, Mantovani, De Sio, Lignani, Monni e Rosi (Fratelli d'Italia, unitamente agli altri firmatari De Sio, Lignani Marchesani, Mantovani, Monni e Rosi).
@oilforbook
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