Mondo

In Sudan con Echo nessuna traccia d’Italia

Documento esclusivo. L'agenzia umanitaria europea sta per distribuire 44 milioni di euro per progetti umanitari rapidi. Chi sono le ong finanziate da Bruxelles

di Joshua Massarenti

Si chiamano Consortia. A Bruxelles come ai quattro angoli del Sud del mondo saranno loro a segnare il futuro della cooperazione internazionale. Una rivoluzione che vede i colossi del mondo dell?umanitario (le ong internazionali) spartirsi a colpi di report accattivanti e attività di lobbying spregiudicate la torta dei finanziamenti assai lucrosi provenienti dall?Unione europea e dai principali donatori internazionali. Come rivela il documento di cui Vita è entrato in possesso, il Sudan non sfugge a questa nuova logica ?umanitaria?. Anzi, essendo uno dei Paesi al mondo più afflitti da guerre e povertà, ne è diventato un paradigma. Purtroppo, a farne le spese sono le ong italiane, tagliate letteralmente fuori da una prima tranche di finanziamenti che Echo, l?agenzia umanitaria della Commissione europea è pronta ad emettere per i Rapid response projects, i progetti umanitari rapidi disseminati in dieci Stati del Nord e Sud Sudan. I fondi superano i 44 milioni di euro e a spartirseli sono i soliti noti. A cominciare da Save The Children, le cui sezioni inglese e statunitense si intascheranno rispettivamente 4,7 e 4,9 milioni di euro. A ruota libera, il documento (risalente al 7 settembre 2005) rivela che l?Islamic Relief britannico, con numero di riferimento KRT 006, porterà a casa 5,8 milioni di euro per progetti umanitari da implementare nello Stato del Blue Nile, in Nord Sudan. Subito dopo arrivano Mercy Corps Scotland (5,1 milioni di euro), Veterinari senza frontiere – Sezione Germania (5 milioni di euro), l?ong svizzera Medair con 4,5 milioni di euro, altre due confessionali (Icco – Holland e Catholic Relief Services) con 4 milioni di euro e, infine, International Rescue Committee (3,6 milioni di euro). La lista si chiude con una ong sudanese (la Roots Organisation for development), chiamata ad accontentarsi di ?soli? 2,8 milioni di euro. Ce n?è per tutti, quindi. Dagli inglesi agli statunitensi, passando per tedeschi e svizzeri. Ma di ong italiane non vi è traccia. Perché?


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