Welfare
In Spagna il Pil trainato dai vecchi
Una nuova legge elogiata da tutta Europa
di Luca Jahier
Se tutti gli Stati seguissero l?esempio della Spagna, questo mondo avrebbe delle prospettive assai differenti per tutte le classi d?età», Con queste parole, Dirk Jarré, tedesco, che ha coordinato il Foro delle ong che hanno formalizzato la propria posizione alla Conferenza di León, ha aperto il suo intervento iniziale all?assemblea svoltasi nella splendida capitale della Castilla a inizio novembre. Le ong, in un documento molto apprezzato da tutte le autorità, hanno infatti proposto di redigere una carta dei diritti fondamentali delle persone anziane e la realizzazione di un nuovo contratto tra le generazioni che garantisca la realizzazione di una società di tutte le età. Lunga la lista dei temi principali affrontati in affollati e vivaci panel, per fare il punto sull?applicazione degli impegni assunti nelle conferenze precedenti di Madrid e di Berlino e che consistevano in dieci linee di azione. Bisogna decidersi ad affrontare la più gigantesca rivoluzione silenziosa della storia dell?uomo, che è rappresentata dall?invecchiamento della popolazione, un fenomeno che non interessa solo i cosiddetti Paesi ricchi.
Una importante ricerca realizzata dall?Austria su oltre 30 Paesi europei, dimostra che la stragrande maggioranza degli europei vuole «stare a casa» negli anni finali del proprio ciclo di vita e si aspetta (per circa il 40% del campione) di essere seguita prevalentemente dai propri figli, oppure (circa 1/3) da altri parenti, o ancora (circa un 15-20%) da professionisti. Solo una ristretta minoranza, che nel solo caso della Slovenia raggiunge il 30% del campione, desidera essere accudito in una struttura residenziale. Questo pone dunque una duplice e radicale sfida alle politiche: consentire alle persone di raggiungere l?età anziana in buona salute e in condizioni di sicurezza sociale; realizzare dei sistemi di presa a carico a lungo termine che consentano di unire la centralità della famiglia, l?assistenza sanitaria e adeguati servizi sociali, in un mix di opportunità che rispettino e appoggino le singole scelte individuali.
Partendo da una recente legge approvata dalla Spagna, che garantisce un sistema ampio di sicurezza e assistenza per tutti gli anziani, si è parlato della formidabile prospettiva di creazione di nuovi e stabili posti di lavoro, assorbiti soprattutto dalle diverse forme di economia sociale. La sola Spagna considera di creare nel settore, nei prossimi dieci anni, tra 350 e 500mila nuovi impieghi nel settore, investendo l?1% del Pil per garantire l?indipendenza delle persone anziane.
Ovviamente si è anche discusso di riforme dei sistemi pensionistici e di revisione delle modalità di uscita dal mercato del lavoro. Qualche polemica sui giornali spagnoli, ma anche molto interesse tra i delegati europei per la proposta di legge cui sta lavorando il governo spagnolo, volta ad incentivare il lavoro volontario dopo i 65 anni e fino ai 70 anni, con un aumento progressivo della pensione fino al 15%.
Sono passati venticinque anni dalla prima Assemblea mondiale sull?invecchiamento, indetta dalle Nazioni Unite a Vienna nel 1982, che segnò la prima volta nella storia in cui tale questione divenne parte dell?agenda politica internazionale. Ora è considerata da tutte le maggiori istituzioni internazionali come una delle questioni cruciali per l?immediato futuro e la chiave sostanziale di azione rilanciata a León è quella di garantire indipendenza e partecipazione alle persone anziane, facendo di questa sfida una opportunità di benessere per tutti. Per questo a fianco dell?azione dei governi è necessario valorizzare e incentivare anche la preziosa azione delle diverse formazioni sociali che in molti Paesi sono da tempo il nerbo strutturale di questo impegno.
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