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In Russia è l’ora del potere dei senza potere
Il 5 maggio sono state arrestate la regista e poetessa Evghenija Berkovich e la drammaturga Svetlana Petrijchuk. Nella nottata dello stesso giorno, il Ministero della Giustizia ha inserito nella lista degli agenti stranieri il portale fondato da me e alcuni amici nel 2004, Tayga.info. L’opinione pubblica europea, l’establishment politico e sociale, non può continuare a non notare le migliaia di russi che sono fuggiti da questi nuovi Gulag: anche loro soffrono e si trovano in gravi difficoltà. Non si possono dimenticare nemmeno quelli che sono rimasti e che continuano a resistere in queste tragiche condizione
La sera di venerdì 5 maggio da Mosca arrivano di nuovo cattive notizie: sono state arrestate la regista e poetessa Evghenija Berkovich e la drammaturga Svetlana Petrijchuk. Nella nottata dello stesso giorno, il Ministero della Giustizia ha inserito nella lista degli agenti stranieri il portale fondato da me e alcuni amici nel 2004, Tayga.info. È una testata di Novosibirsk, dedicato alla Siberia, annoverata tra i primi trenta media della Russia. Il portale era già stato bloccato subito dopo la guerra con l’Ucraina. Questi due avvenimenti sono nuovi anelli nella catena delle persecuzioni contro tutto ciò che in Russia è vivo e indipendente dal potere.
Berkovich e Petrijchuk sono le autrici di uno spettacolo unico, Finist – Jasnyj sokol, che racconta la storia di donne “che hanno deciso di sposare a distanza membri dell’Islam radicale e di andarsene da loro in Siria”. Di questo spettacolo così scrive il critico teatrale e giornalista Anton Hitrov per il portale Meduza: «Nella favola [che sta all’origine della pièce teatrale, NdA] Marjushka, la figlia di un contadino, evoca tre volte il suo amato con una piuma magica, e poi si mette in viaggio verso una terra lontana per salvarlo dalla prigionia. Nella pièce il lessico folkloristico si intreccia con la lingua asciutta dei verbali di tribunale, e i motivi folkloristici con delle biografie reali, che sembrano essere versioni diverse della stessa favola. La conoscenza su internet. Un uomo attento premuroso, che fa il lavoro più tipicamente maschile, il soldato. Poi i racconti sulla “vocazione femminile”, che si può compiere solo in una comunità che vive secondo la sharia. La cara immagine, coltivata fin dall’infanzia, della casalinga felice, moglie e madre, che in Russia è difficile realizzare, si fa vivida nei sogni sulla Siria. Il matrimonio via skype. I biglietti, gli intermediari, il viaggio in macchina, il passaggio illegale della frontiera, e poi l’umiliante schiavitù quotidiana, che minaccia la salute e la vita stessa».
La pièce è una condanna della società patriarcale, in cui la donna, tanto nel mondo islamico quanto in quello russo, è umiliata e incompresa.
Lo spettacolo è stato messo in scena nel 2021 dalla compagnia teatrale della stessa Berkovich, con il sostegno dell’Unione dei lavoratori del teatro e del ministero della Cultura della Federazione Russa. Nel 2022 lo spettacolo ha ricevuto il premio russo dedicato al teatro “Maschera d’oro” come migliore opera drammaturgica e migliori costumi. Le autorità russe, dopo aver sostenuto economicamente lo spettacolo e avergli conferito i premi di cui sopra, hanno evidentemente perso del tutto la testa e hanno mosso accuse alle autrici in base all’articolo del Codice Penale sulla “giustificazione del terrorismo”. Il procedimento penale si basa sulle denunce di gruppi marginali ultraconservatori e su una discutibile perizia linguistica.
Questi avvenimenti accadono nel contesto delle dichiarazioni pubbliche rese dal capo e fondatore della compagnia militare privata Wagner, Evghenij Prigozhin, dichiarazioni in cui con linguaggio osceno e volgare accusa il ministro della difesa Shojgu e il capo dello stato maggiore Gherasimov della mancata consegna di armi per la Wagner, che sta subendo le perdite maggiore nei combattimenti nella città ucraina di Bakhmut.
Cosa sta succedendo? È chiaro che, pur credendosi forte, in realtà il potere in Russia non è in grado di controllare ciò che accade e mostra la propria debolezza permettendo a Prigozhin di attaccarlo, e contraddicendosi in modo quasi ridicolo nelle proprie valutazioni della pièce teatrale.
Sembra che dei gruppi di potere nazionalisti e quasi fascisti stiano manipolando il governo russo ormai indebolito, utilizzando il suo apparato repressivo per i propri fini. A causa dei regolamenti di conti tra questi gruppi criminali al potere e vicini ad esso vengono spezzati i destini di persone interessanti, creative, luminose, veri patrioti russi, che non hanno voluto o non hanno potuto lasciare il paese.
Siamo però anche testimoni del coraggio di tante persone davanti al potere, persone che pur coscienti del pericolo che li minaccia, loro, i loro figli e le loro famiglie, lanciano comunque una sfida e resistono in modo non violento. Il «potere dei senza potere», così aveva chiamato Vaclav Havel questa irriducibile tensione alla libertà.
Il comportamento di queste persone sfida anche noi, che ci troviamo fuori dalla Russia. Non possiamo tacere, non possiamo fare finta di non vedere la tragedia che sta avvenendo in Russia. La gente sta soffrendo e nessuna ragione politica può giustificare il dolore anche di una sola persona.
L’opinione pubblica europea, l’establishment politico e sociale, non può continuare a non notare le migliaia di russi che sono fuggiti da questi nuovi GULAG: anche loro soffrono e si trovano in gravi difficoltà. Non si possono dimenticare nemmeno quelli che sono rimasti e che continuano a resistere in queste tragiche condizione. In questi giorni bui i miei pensieri sono con i miei amici che continuano a tenere in vita Tayga.info, che già da un anno, semplicemente per il fatto di esistere, è un simbolo di solidarietà, un simbolo di speranza e di indomita umanità.
Evghenija Berkovich scrive poesie. Vi propongo un brano di una sua poesia su ciò che sta accadendo in Russia.
Tempesta invernale nel cortile,
la bufera di neve si avvicina.
Stai come una mosca nell’ambra,
prigioniero per sempre.
Taci tu, e lui e io,
taci con lui, con lei,
che non sentano gli amici,
più spaventosi dei nemici.
Prendono i loro posti,
Si riuniscono in branco.
Io certo non ho letto,
ma condanno.
(…)
La piaga dei lupi
Di nuovo spazza la terra.
Stai fermo, come una mosca a febbraio
nel buio e in silenzio.
E non lasciar cadere una parola
umana,
febbraio. È tempo di prender l’inchiostro.
E non ci sono più lacrime[1].
(Febbraio 2023)
foto di Berkovich dai Telegram-canale Vasily Polonsky
[1] Citazione da Febbraio di Pasternak: Febbraio, prender l’inchiostro e piangere! Scrivere di febbraio singhiozzando, finché il fango non bruci di fosca primavera
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