Cultura
In Quaresima digiuna dal “gratta e vinci”
La proposta della diocesi di Venezia
In Quaresima, digiuna dal gratta e vinci. È questa la proposta dell’Ufficio per la Pastorale degli stili di vita del Patriarcato di Venezia, guidato da don Gianni Fazzini. Dopo il digiuno dalla televisione, dal cellulare e dai social network in nome di una maggiore attenzione ai rapporti reali, quest’anno l’ossrevazione della realtà sociologica italiana ha portato la Chiesa a chiedere ai suoi fedeli un’altro digiuno: quello dal gratta e vinci.
L’iniziativa quaresimale del 2012 si chiama “Venerdigiuniamo” e alla classica proposta di rinunciare al pranzo nei venerdì di Quaresima per fermarsi a pregare affianca una riflessione sull’attuale modello economico finanziario «che ci domanda di crescere, spinge ad acquistare sempre di più, ma la terra ha risorse finite, e chiede di essere rispettata e salvaguardata. Gli economisti dicono che stiamo andando verso la recessione, ci sono fabbriche che chiudono, servizi che vengono tagliati. La decrescita sta avvenendo in ogni caso e la crisi che stiamo vivendo è un’occasione per rivedere i nostri stili di vita. Come cristiani abbiamo le risorse spirituali per ripensare ad una nuova qualità della vita, per rivedere i nostri consumi, soprattutto quelli indotti, riflettendo sulle cose e sui valori che ci fanno stare veramente bene e prendendo atto di questi problemi possiamo avviarci ad una necessaria e consapevole decrescita. L’uomo e il suo lavoro e non il profitto devono diventare il centro dell’economia».
Il gioco d’azzardo è in questo contesto «un esempio di quanto è stato rovinato e corrotto il rapporto con il denaro: nel 2011 sono stati spesi in Italia 76,4 miliardi nel gioco d’azzardo, oltre il 4% del Pil. Ogni italiano (compresi i neonati) nel 2011 ha speso 1.200 euro nei giochi d’azzardo, e gli ammalati di dipendenza da gioco sono almeno 700mila, il doppio di quanti seguiti dai Sert per dipendenza da droghe o alcol».
Ecco allora la proposta: «Digiuna, prega e condividi per un mondo più giusto e come gesto simbolico attua e proponi il digiuno dal “Gratta e vinci”».
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