Mondo

In punta di piedi sul tetto del mondo

Sulle rotte dell'altro turismo. Come visitare e conoscere il paese che ospita le montagne più famose del mondo. Un'agenzia e un esperto lanciano l'idea di una vacanza diversa

di Emanuela Citterio

«Sta scendendo la sera a Kathmandu. Sono seduto sui gradini del tempio, mentre lo sguardo si perde in un bellissimo tramonto che disegna di luce i contorni degli edifici rossi nell’antica capitale d’oriente. C’è ancora, la città vecchia. La si incontra una volta superati i vicoli tortuosi e le case un po’ fatiscenti, lontano dalla metropoli caotica dove il traffico è pesante da sopportare, rumoroso, puzzolente. Ti riporta indietro nel tempo la stupenda Kathmandu, con i suoi templi, le pagode, i palazzi che custodiscono i segreti della terribile dinastia rana, che ha governato con pungo di ferro il Nepal per cento lunghi anni. Per me, che vengo in Nepal da tanto tempo, è come incontrare ancora una volta una vecchia amica».
Trascina all’altro capo del mondo Davide Arrigo, in uno dei Paesi più affascinanti dell’Asia. Merito di una passione per il Nepal che si è trasformata in un lavoro un po’ particolare. Davide fa la guida nei viaggi di turismo responsabile. è abituato a guidare in Nepal chi vuole accostare un Paese e una cultura in un modo diverso da quello proposto dal turismo tradizionale, con le sue mete classiche e spesso preconfezionate a uso e consumo del turista occidentale.
Viene voglia di ascoltarlo ancora. Ti sembra di essere là, seduta sul gradino a Durban square, la piazza dei templi nella città vecchia. A Kathmandu tutto gira intorno a Durban square, con le sue bancarelle abusive, i venditori ambulanti che offrono souvenir, i turisti che ammirano i segni di una spiritualità che da duemila anni fa coesistere buddismo e induismo.
«La piazza comincia a svuotarsi. Anche i venditori ambulanti se ne sono andati. A un certo punto si avvicina un nepalese», continua a raccontare Davide. «Mi vede assorto e mi chiede se c’è qualche problema e come mai sono qui da solo. Comincia a parlarmi e con naturalezza mi invita a mangiare a casa sua, insieme alla sua famiglia. Da questo episodio è nata una delle amicizie più belle di tutta la mia vita. Oggi lo considero un fratello». L’incontro con la popolazione locale è una delle scoperte più ovvie e nello stesso tempo più straordinarie del turismo responsabile.
«Questo nuovo modo di viaggiare è sorto proprio dalle relazioni che sono nate con persone, gruppi e associazioni nel Sud del mondo», spiega Renzo Garrone dell’associazione Ram, che organizza viaggi di turismo responsabile. Ram, che ha sede a Camogli, vicino a Genova, all’inizio si occupava di commercio equo e solidale, aiutando le cooperative locali a vendere i propri prodotti a un prezzo giusto. Da qui è nato il desiderio sempre più forte di conoscere i Paesi del Sud del mondo. E di farli conoscere anche ad altri in modo più rispettoso delle culture e dei popoli che li abitano. In Nepal l’incontro con le persone è stato facilitato dalla cultura del popolo nepalese, che mette al centro il valore dell’ospitalità. «è stato un piacere, sei stato mio ospite», è la frase che, soprattutto gli anziani, mettono alla fine di un gesto gratuito di accoglienza, «che spesso», ammette Davide Arrigo, «lascia i turisti occidentali completamente spiazzati».
La sobrietà e il gusto per le cose semplici sono i valori che si portano a casa i turisti responsabili, dopo averli sperimentati in Nepal soprattutto grazie al contatto con la gente della montagna, nei giorni di trekking sulle cime più alte del mondo. Lo scenario qui è spettacolare. Nei villaggi di montagna si arriva solo a piedi. Anche la maggior parte dei generi di prima necessità – in assenza di strade carrozzabili – arriva sulle spalle dei portatori.
«Lo stupore davanti alla spettacolarità della natura che si osserva sulle montagne nepalesi è impossibile da dimenticare», dice Davide Arrigo. Anche se spesso gli occidentali idealizzano il fascino delle cime e anche la vita semplice della gente. Che, in realtà, è una vita molto dura. Il fatto di incontrare da vicino le persone e le comunità nei posti che si visitano ha permesso di evitare in qualche modo questo rischio a chi pratica il turismo responsabile. Ma l’attenzione per le condizioni reali della popolazione locale non si ferma qui.
La metà del denaro ricavato con i viaggi del turismo responsabile rimane nel Paese ospitante, a differenza del 20 per cento delle compagnie commerciali che operano nel turismo tradizionale. Non solo. Una parte del costo del viaggio viene indirizzato a un’associazione locale per un progetto a favore della popolazione.
Un paese in cifre:
Superficie: 147.181 Kmq
Popolazione: 22.021.000
Capitale: Kathmandu
Lingua: nepalese
Moneta: rupia nepalese
Prodotto nazionale lordo (per anno, pro capite): rs 11.348 (L. 34.000)
Tasso di alfabetizzazione: 27%
Debito estero in % al Pnl: 53,3%
Popolazione con accesso
all’acqua potabile: 37%
Aspettativa di vita: 57 anni
Mortalità infantile: 86 ogni 1000 nati

Per saperne di piu’:
www.unimondo.org/aitr Associazione Italiana Turismo Responsabile.
Nepal, Rao Orzonero, Ram, 1999, L. 12.000, guida reperibile presso le
botteghe del mondo che vendono i prodotti del commercio equo e solidale.
Associazione Ram, tel. 0185.773061

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