Mondo

In piazza in tutto il mondo per la “Giornata per l’Africa”

Pace e sicurezza il focus di quest'anno

di Emanuela Citterio

Un continente che cerca pace e sicurezza. È il tema dell’Africa Day 2010, la giornata mondiale dell’Africa che ricorre oggi.  Un anniversario che quest’anno è ancora più significativo: cinquant’anni fa i movimenti di indipendenza si propagavano da un Paese all’altro dall’Africa e, nel 1960, 17 colonie riuscirono ad affrancarsi dal dominio coloniale. Il 25 maggio del 1963 nacque l’Organizzazione per l’Unità africana, oggi Unione Africana, e proprio su proposta di quest’ultima è stato istituito l’Africa day.

«La pace e la sicurezza sono un prerequisito per lo sviluppo» ha detto oggi Ramtane Lamamra, a capo della commissione Ua per la prevenzione dei conflitti, e ha parlato della celebrazione di quest’anno come di un «momento di svolta» per quanto riguarda il peacekeeping nel continente: «E’ il momento di applicare soluzioni africane ai problemi africani» ha detto il commissario Ua. Una svolta annunciata qualche giorno fa anche dal Panel internazionale per la riforma delle missioni di pace, presieduto dall’ex premier italiano Romano Prodi. Un documento appena presentato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu propone di passare progressivamente le missione di pace in Africa agli africani in termini finanziari, logistici, di formazione.

A celebrare con enfasi l’Africa day di quest’anno è il Sud Africa, che ospiterà i mondiali di calcio dall’11 giugno all’11 luglio. Attività culturali, eventi e concerti sono previsti oggi in tutto il Paese e il presidente Jacob Zuma si rivolgerà a tutta la nazione. «L’Africa day è una giornata importante per tutti noi africani» ha detto nei giorni scorsi Zuma. «Come continente abbiamo dimostrato che lavorare insieme può produrre più risultati e rendere i nostri popoli fieri di esser africani».

Per sottolineare l’Africa day, oggi nelle piazze dei cinque Paesi della Comunità dell’Africa orientale (EAC) – Kenya, Tanzania, Uganda, Burundi e Ruanda – saranno distrutte le armi raccolte nella campagna di disarmo volontario dei civili. Al rito, che costituirà il momento-chiave delle cerimonie indette per l’ “Anno della Pace e della Sicurezza” proclamato dall’Unione africana nel cinquantenario della sua costituzione, partecipano ministri, alti ufficiali delle Forze armate, responsabili della comunità locali e semplici cittadini. Il vice segretario dell’EAC, Beatrice Kiraso, ha detto che la manifestazione «sarà una testimonianza dei rinnovati sforzi dell’Africa per la promozione della pace, della sicurezza e della stabilitànel continente, un evento particolarmente importante proprio mentre la comunità pone le fondamenta per una federazione politica».

Anche in Italia sono in corso iniziative promosse da associazioni e ong per celebrare l’evento.

Domenica 30 maggio la ong Medici con l’Africa Cuamm porterà in 40 piazze la campagna ‘Mio fratello è africano’, a cui hanno già aderito diversi personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport come Niccolò Ammaniti, Mago Forest, Niccolò Fabi e Veronica Pivetti. I gruppi locali della ong allestiranno dei punti informativi dove saranno disponibili le magliette ‘Mio fratello e’ Africano’.?  Per partecipare alla campagna è sufficiente indossare la maglietta e farsi scattare una foto che sarà pubblicata sul fotobook del sito www.miofratelloafricano.it. Inoltre sarà possibile partecipare all’azione collettiva ‘Mani in Africa’: grandi e piccoli sono chiamati a intingere le mani in barattoli di colore nero e lasciare la propria impronta su un telo bianco per formare un ideale profilo del continente africano.

In occasione della Giornata per l’Africa, ieri Padre Barbieri, Presidente di COOPI, e Claudio Ceravolo, vice presidente, erano presenti alla celebrazione al Quirinale.  E’ la prima volta che si svolge in quella sede per la decisione, espressa dallo stesso Presidente Napolitano, di «dare il segno più solenne della vicinanza dell’Italia ai problemi del continente africano».

Nel suo discorso il Presidente ha sottolineato le potenzialità del continente africano, definendolo come la sfida più grande della globalizzazione rispetto a tematiche quali la salvaguardia ambientale e la sicurezza alimentare, e descrivendo la sua popolazione quale «giovane e orgogliosa delle proprie origini che ha in sé grandi capacità da mettere a frutto nella vita sociale e politica dei Paesi di appartenenza».

Ai rappresentanti della società civile presenti, delle Organizzazioni Non Governative e delle Fondazioni, Napolitano ha rivolto apprezzamento «per  l’encomiabile impegno in Africa e nelle aree più povere del pianeta e per aver testimoniato nel mondo i valori di solidarietà ed accoglienza nei quali l’Italia si riconosce».

Secondo Cipsi, coordinamento di 45 organizzazioni e associazioni di solidarietà internazionale, «la cooperazione internazionale con l’Africa che per prima necessita di una nuova visione, di un nuovo approccio, basato sulla costruzione di relazioni con il continente e le popolazioni africane» afferma il presidente Guido Barbera. Si inserisce in questo quadro di ripensamento, afferma Barbera in un comunicato, la proposta lanciata da Solidarietà e Cooperazione CIPSI e ChiAma l’Africa di assegnare il Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane (per accedere al sito della campagna clicca Qui).


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