Politica
In Perù, laltro 9 aprile.La signora contro lindio
E'guerra dei sondaggi sulla stampa peruviana, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 9 aprile. Il testa a testa sarà tra Lourdes Flores e Ollanta Humal. Ma cè un terzo incomodo
E’guerra dei sondaggi sulla stampa peruviana, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 9 aprile. I due principali contendenti sono quasi alla pari, con circa il 30% delle intenzioni di voto, ormai da due mesi, cioè da quando l?outsider Ollanta Humala dell?Upp, Unione per il Perù, ha raggiunto la candidata dell?Unidad Nacional, Lourdes Flores.
Ma i sondaggi elettorali in area andina hanno dimostrato di essere poco affidabili, perché l?intenzione di voto del campione è raccolta in modo troppo moderno, per le vie delle città o per telefono, perdendo così di vista la maggioranza silenziosa dei campesinos che lavora nei campi e non ha il telefono.
In Bolivia pochi mesi fa Evo Morales stravinse le elezioni al prima turno, mentre i sondaggi lo davano lontano dal 50% delle intenzioni di voto.
Ollanta, l?etnocacerista
Secondo gli studi e i sondaggi a livello continentale dell?Onu, è certo che in molte parti dell?America Latina gran parte della gente vuole facce e programmi nuovi, puntati in modo più diretto e radicale al miglioramento della qualità della vita. Due presidenti del Perù nel passato recente, Alberto Fujimori e l?attuale Alejandro Toledo, erano spuntati dal nulla, come candidati alternativi non appartenenti a partiti tradizionali.
Ollanta Humala da anni – e perfino dall?estero dove ha lavorato come addetto militare in ambasciate peruviane – sta coltivando accuratamente un?immagine personale di politico atipico, militare ribelle a Fujimori per salvare la dignità dei valori contro la corruzione e per un nazionalismo forte.
Il suo movimento, nato nella stessa area montagnosa dove prosperò la guerriglia di Sendero Luminoso, si chiama ?etnocacerista?: il prefisso etno fa riferimento alla maggioranza nazionalista ?chola? che si ritiene culturalmente egemonica rispetto ai bianchi di origine spagnola. ?Cacerismo? fa invece riferimento all?eroe nazionale Andrés Càceres, tre volte presidente tra il 1886 e il 1895, leader della resistenza peruana contro il Cile nella guerra del Pacifico tra il 1879 e il 1884.
Il movimento di Humala ha una visione pan-andina di unità politica con la Bolivia che viene chiamata Tawantinsuyu, una forma di unità tra nazioni sul modello dell?impero Inca; ma non riconosce i confini dettati dal trattato di pace con l?Ecuador del 1998 e rivendica al territorio peruano la città cilena di Arica, un importante porto del Pacifico. Si oppone alle politiche statunitensi di libero commercio e, come Morales in Bolivia, promuove la liberalizzazione della produzione di coca, ma non della cocaina, e la nazionalizzazione delle risorse naturali. Inoltre Humala vuole ristabilire la pena di morte, oramai abolita in tutta l?America Latina.
Per la sua profonda atipicità il movimento etnocacerista è giudicato con sospetto dai politologi e dalle università peruviane e, qualche volta, è accusato perfino di fare una parodia anti storica della ribellione.
Lourdes, la moderata
Lourdes Flores, leader del Partito Popular Cristiano è la candidata unitaria dell?alleanza Unidad Nacional, di cui fanno parte anche i partiti Renovaciòn Nacional e Solidariedad Nacional. È una leader moderna e una politica esperta di area di centro-destra. Grazie alle sue capacità è riconosciuta a livello internazionale nell?Internazionale democristiana ed è membro del Comitato direttivo di Idea (International Institute for Democratic and Electoral Assistance) un?alleanza globale tra governi, imprese e mass media per studiare ed aiutare i processi democratici. La sua moderazione è forse il suo vantaggio principale. Da mesi, infatti, è in testa ai sondaggi di percezione del vincitore con un forte vantaggio perché i più pensano che se arriverà prima o seconda il 9 aprile, non avrà difficoltà a vincere poi il ballottaggio grazie all?appoggio degli altri candidati come Alan Garcia dell?Apra, l?Alleanza popolare rivoluzionaria americana e principale forza dell?opposizione di sinistra, e Valentin Paniagua, leader del partito moderato conservatore Acciòn Popular, ex presidente di transizione dopo la caduta di Fujimori.
L?incognita Garcia
Alan Garcia è cresciuto nei sondaggi fino al 21%, forte della buona organizzazione nel territorio del suo Partido Aprista, nuova denominazione dell?Apra, uno dei più antichi partiti politici del Perù, fondato nel 1924, di ispirazione socialdemocratica e membro dell?Internazionale socialista.
Valentin Paniagua è molto rispettato per il ruolo svolto nella crisi politica post Fujimori, ma i suoi settant?anni e i ruoli politici che ha rivestito fin dal 1963 non giocano a suo favore, dato che la gente cerca idee e facce nuove al potere.
Tra i candidati minori, le migliori speranze di qualche successo sono quelle di Martha Chávez, che ha ricevuto l?eredità dei voti di Cambio 90, cioè dei nostalgici del ?chino? Fujimori, dopo che la giustizia cilena ha trattenuto l?ex presidente in stato di custodia al suo ritorno dall?esilio in Giappone. Leader del Movimento Alianza para el futuro 2006, la signora Chávez è stata la prima presidente di una Camera di deputati in America Latina e del parlamento andino.
È un avvocato specializzata in diritto e scienze politiche e ha studiato a Roma diritto internazionale e comunitario. Il suo programma politico è lo stesso di Fujimori, un processo di modernizzazione accelerata con un?autorità centrale forte, con lotta senza quartiere al narcotraffico, alla corruzione, all?arretratezza dell?economia e dell?amministrazione pubblica. Per sfruttare la popolarità ancora forte dell?ex presidente, la signora Chávez ha scelto Santiago Fujimori, fratello del ?chino?, come suo vice.
Comunque vada il Perù ha vissuto ancora una stagione di democrazia con istituzioni di controllo sempre più forti, che contribuisce al consolidamento di un processo democrazia partecipativa e di trasparenza che non era sembrato tanto sicuro durante la presidenza Fujimori.
Di Sandro Calvani dirigente delle Nazioni Unite. Quanto qui espresso non rappresenta necessariamente l?opinione dell?Onu.
www.sandrocalvani.com
Ollanta Humala
nazionalista filo chavez
La sua Unione per il Perù è la vera novità politica di queste elezioni. Proviene dagli ambienti militari Humala e di lui si sente parlare molto dall?aprile del 2000 quando, assieme al fratello Antauro, capeggiò un golpe contro l?allora presidente Fujimori. Nel suo programma politico improntato al più tipico nazionalismo peruviano (un elemento per tutti il suo dichiarato anti cilenismo), sono presenti molte tematiche tanto care anche al presidente venezuelano Hugo Chávez.
Lourdes Flores
molto vicina all?Opus Dei
Avvocatessa, 47enne, a capo di Unidad Nacional, formazione di centrodestra. Nota soprattutto negli ambienti della capitale Lima, Lourdes punta alla legalità e alla ?tolleranza zero?, in particolare nella lotta contro il crimine. A suo sfavore giocano la totale assenza di carisma e il ricordo di un brutto episodio che la riporta alle elezioni presidenziali del 2001, quando non riuscì ad arrivare al ballottaggio con Toledo per alcune affermazioni pesantemente razziste del padre.
Alan Garcia
un bis dopo il flop del 1985
Presidente del Perù dal 1985 al 1990, è erede e figlioccio del fondatore dell?Apra, Victor Raul Haya de la Torre. Entrato giovanissimo in politica, Garcia divenne presidente a soli 36 anni. Popolarissimo in Perù come all?estero (nota la sua amicizia con Craxi), sotto la sua presidenza il Perù conobbe una delle sue stagioni peggiori, dal dilagare del terrorismo di Sendero Luminoso all?inflazione che toccò il 6mila%. Il partito che lo candida appartiene all?internazionale socialista.
Un paese sotto la soglia
Abitanti (luglio 2005) 27.925.628
Popolazione under 14 31,5%
Tasso di emigrazione (per mille abitanti) 1,03
Aspettativa di vita 69,5 anni
Tasso di alfabetizzazione 85%
Pil pro capite 6mila $
Popolazione sotto la linea della povertà 54%
Lo 0,8% della popolazione più ricca ha il 10 % del Pil
Fonte: Cia – The World Factbook
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