Sport & carcere

In palestra, per vincere il tempo che non passa mai

Continua la serie sugli allenatori e le allenatrici del Csi in occasione degli 80 anni dalla sua fondazione, con una seconda intervista a Roberto Carbone, istruttore di fitness che entra nel penitenziario di Turi, a Bari, per aiutare i detenuti a svolgere attività sportiva

di Veronica Rossi

Un ragazzo col codino in ambiti da palestra, preso dal petto in su. Sullo sfondo si vedono attrezzi da palestra

In molte carceri italiane mancano attività, servizi e prospettive, questo è un dato di fatto. Spesso i detenuti si trovano a cercare di ammazzare un tempo che non passa mai, giornate sempre uguali passate nelle celle – a volte anche sovraffollate – e nei cortili, approfittando delle troppo brevi ore d’aria. Eppure, c’è chi si impegna per cercare di rompere questa monotonia e per portare delle abitudini sane tra le mura delle carceri. A questo è volto il progetto “Oltre la Siepe”, dell’Asd San Giorgio e del Centro sportivo italiano – Csi, che ha l’obiettivo di offrire ai detenuti dell’istituto penitenziario – casa di reclusione di Turi (in privincia di Bari) un sereno reinserimento sociale attraverso lo sport e attività di inclusione. Tra le iniziative, anche un corso di fitness, il cui allenatore è Roberto Carbone, la cui affiliazione al Csi è un valore che si tramanda di padre in figlio.

In che cosa consiste il suo coinvolgimento all’interno del Csi?

Collaboro con il Csi da tanto tempo e mio padre prima di me. Abbiamo un’associazione sportiva che è affiliata e, in più, ogni tanto quando ci sono progetti come quello che viene svolto in carcere, per il quale cercavano un istruttore laureato in scienze motorie, collaboro in prima persona.

Cosa offre in più, in termini materiali ma anche valoriali, far parte di questa associazione?

È un ente di promozione molto organizzato e molto presente sul territorio, quindi anche per noi farne parte è un punto di vantaggio: se un corso è organizzato dal Csi, sicuramente è sinonimo di qualità.

Qual è il lavoro che svolge in carcere?

Csi e Asd San Giorgio hanno vinto un bando regionale per far svolgere attività sportiva ai detenuti del carcere di Turi, che avevano già a disposizione una piccola palestra con alcuni attrezzi. Il Csi ha impiegato dei fondi per poterla ampliare, prendendo nuove attrezzature. Serviva una figura per fare fare attività in sicurezza a tutti i detenuti che avevano deciso di partecipare al corso; così sono stato scelto io. Entro per due gruppi, il martedì e il giovedì, che si alternano per un’ora e mezza ciascuno. Fuori dal penitenziario io mi alleno, faccio Crossfit e allenamento funzionale, quindi ho cercato di riportare all’interno questo tipo di allenamento. Facciamo una prima parte di forza e poi un circuito. L’obiettivo finale è avere un responsabile di palestra – come accade fuori – per dare la possibilità ai detenuti di prenotarsi in vari orari della giornata e allenarsi in autonomia, mantenendo però sempre una figura che possa supportarli.

Cosa le hanno detto i detenuti?

Mi hanno detto che per loro è molto meglio potersi allenare con una figura competente, con attrezzature che di solito non hanno a disposizione quando sono da soli o in cella. Un valore aggiunto di cui mi parlano è la bellezza di sapere di avere un impegno, per far passare più velocemente la giornata, il martedì e il giovedì.

C’è un valore riabilitativo nello sport?

Sicuramente chi partecipa a questo corso è attento alla propria salute, a sé stesso e al proprio benessere. Sono persone che di solito fanno attenzione anche all’alimentazione; quando si riesce a fare sport di squadra, ovviamente, il valore sociale è ancora maggiore.

C’è l’intenzione di continuare questo progetto e di dargli più ampio respiro?

Il progetto dovrebbe durare un anno e mezzo. So già, però, che la notizia è arrivata ad altri penitenziari, che quindi sono interessati a sviluppare a loro volta iniziative di questo tipo. Il bando è di Sport e salute, ma so che il Csi è stato contattato direttamente e che qualcosa si sta muovendo: penso che l’attività sportiva verrò portata in altre carceri, come quello minorile di Bari.

In copertina, Roberto Carbone in palestra

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