Cultura

In Pakistan i cristiani avvertono: è già conflitto islamico-cristiano

Cresce la paura fra i cristiani: il 23 giornata di preghiera. Ne dà notizia Fides

di Redazione

I cristiani in Pakistan si sentono abbandonati e indifesi e temono per l’escalation della tensione. La decisione del gen. Musharraf di appoggiare gli Stati Uniti ha scatenato le proteste dei fondamentalisti islamici e le minoranze cristiane rischiano di subire violenze e ritorsioni dei gruppi integralisti, come è avvenuto più volte in passato. La comunità cattolica ha assicurato pieno sostegno alla nazione e ha indetto per domenica 23 settembre una giornata di preghiera e digiuno.
L’arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence Saldanha, ha chiesto ai parroci di tenere all’erta le comunità. In un comunicato rilasciato nei giorni scorsi dalla Commissione Nazionale Giustizia e Pace, l’arcivescovo afferma: “Il nostro cuore va alle famiglie delle vittime: offriamo sincere condoglianze. Allo stesso tempo, condanniamo tutti gli atti di violenza e sangue commessi in altre parti del mondo, specialmente in Medio Oriente. Chiediamo al presidente, al governo e al popolo degli Stati Uniti di agire con prudenza”.
Parlando a Fides, mons. Saldanha ha detto: “Invitiamo tutti i cittadini del Pakistan a mostrare spirito di pace e tolleranza. Assicuriamo che i cristiani pakistani staranno al loro fianco in questo momento cruciale della storia del paese”. Il 23 settembre la comunità cattolica osserverà un giorno di digiuno e preghiera. In tutto il paese si terranno celebrazioni speciali per invocare pace e stabilità nella regione.
Le minoranze religiose in Pakistan (il 3% della popolazione, su 140 milioni di persone), sono sparse nel paese, senza alcuna protezione. Il governo ha promesso di aumentare le misure di sicurezza, ma vi è grande paura. John Nasir, cristiano di Lahore, dice a Fides: “Siamo preoccupati per quello che potrebbe accadere in caso di scontro fra Usa e Afghanistan. I fondamentalisti in Pakistan lo trasformerebbero in un conflitto islamo-cristiano”.
Intanto crescono le manifestazioni degli integralisti che “sono incapaci di distinguere tra Stati Uniti e cristianità”, afferma una fonte di Fides in Pakistan. Le minoranze religiose (cristiani, indù, sikh e altri gruppi) hanno subito violenze al sorgere di ogni crisi internazionale. Nel 1981, quando un gruppo di sauditi assediò la sacra Kaaba musulmana alla Mecca, chiese e conventi in Pakistan furono attaccati. Nel 1986 fu bruciata la chiesa in Rahim Yar Khan e nel 1991, mentre le forze alleate attaccavano l’Iraq, un convento in Rawalpindi fu saccheggiato. Nel 1992, dopo la distruzione della Moschea di Babri in India, gli estremisti islamici distrussero chiese e templi indù a Karachi. Nel 1998 il villaggio cristiano di Shantinagar (nel nord Punjab) fu raso al suolo senza alcuna ragione. Nel 2000 gli integralisti hanno dato alle fiamme un tempio indù e alcune case a Dalbandin, nei pressi di Quetta, capitale della provincia del Baluchistan, accusando i membri della comunità locale di aver oltraggiato il Corano.

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