Mondo
In onda questa sera “Mamma ha preso l’aereo”
La prima puntata della docu-fiction sull'incontro tra genitori e figli adottati. Intervista a Gianfranco Arnoletti, presidente del Cifa, l'ente protagonista delle 6 storie
Dopo qualche settimana di attesa, andrà in onda questa sera alle ore 21.10 su LA7 ”Mamma ha preso l’aereo“ la prima delle sei puntate della docu-fiction in cui, per la prima volta, le telecamere hanno filmato l’incontro tra genitori adottivi e i bambini che diventeranno loro figli.
Il format nasce per dare conto delle diverse tappe necessarie per giungere all’adozione e poi racconterà delle singole, concrete storie di adozione. Una troupe tv ha seguito la vita di 6 coppie in “attesa adottiva”. La loro vicenda, come quella di tante altre coppie italiane, è per molti aspetti simile ad una gravidanza biologica: l’attesa, la speranza, la paura e le emozioni sono intense e crescenti allo stesso modo.
Il programma è stato sviluppato con il patrocinio di Cifa Onlus (Centro Internazionale per l’Infanzia e la Famiglia), uno dei maggiori enti che si occupano di adozioni internazionali (da diversi anni il Cifa si trova al primo posto nelle statistiche della Cai per numero di adozioni realizzate: nel 2009 ha consentito l’adozione di 340 bambini, seguito da L’Airone, Ariete, AiBi, Ciai, Spai).
Vita ha chiesto al presidente Cifa, Gianfranco Arnoletti, come vauta la situazione attuale delle adozioni internazionali e per quale motivo ha scelto di collaborare alla creazione della fiction.
Vita: E’ stato un anno di crisi economica e sociale, anno di blocchi e rallentamenti delle adozioni in diversi paesi. Come avete conservato questo primato?
Gianfranco Arnoletti: Non è stato facile, ovviamente. Mantenere la posizione con un paese praticamente “scomparso”, nel 2009, come la Cambogia, è stata un’impresa. Abbiamo fatto tesoro della credibilità costruita in questi anni in tanti altri paesi, rinnovando la collaborazione e la fiducia di cui godiamo con le autorità centrali, le amministrazioni, i partner locali.
Vita: Dove avete lavorato di più?
Arnoletti: Nella Federazione Russa, in Etiopia, in Brasile dove siamo da 25 anni.
Vita: C’è più crisi di coppie o di bambini?
Arnoletti: Non ci sarà mai crisi di bambini, le realtà del bisogno sono infinite. Certo, se le coppie si fermano all’idea del bambino ideale, piccolo, perfetto, resteranno per forza deluse. Per quanto ci riguarda, i futuri genitori che incontriamo si aprono a situazioni meno ideali, ma di sicuro straordinariamente gratificanti. E’ uno dei motivi per cui il nostro ente ha collaborato alla realizzazione della docu-fiction che andrà in onda su La7. Volevamo sensibilizzare, uscire dagli stereotipi e far capire alla gente che si può essere molto felici anche adottando, ad esempio, un bambino di 7 anni e non di 2.
Vita: Cambogia, Vietnam, Nepal, Moldova, Bolivia: chiusure e rallentamenti pesano anche sul futuro. Dove si adotterà nel 2010?
Arnoletti: Sulla Cambogia la situazione si è sostanzialmente chiarita grazie alla “disposizione transitoria” che prevede un percorso specifico rispetto alla nuova legge per tutti i fascicoli già regolarmente depositati. Quest’anno nuovi paesi saranno sempre più protagonisti: la Cina, ormai entrata a regime, il Guatemala, il Togo, il Kazakistan.
Vita: L’Italia è il secondo paese al mondo per adozioni. Cosa fare per valorizzare questo tesoro di solidarietà e famiglie accoglienti?
Arnoletti: Chiederci sempre, a tutti i livelli, se abbiamo fatto abbastanza, se abbiamo davvero dato il massimo.
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