Mondo

In migliaia in piazza a sostegno dei diritti umani

È stata una mobilitazione fortissima e improvvisata quella che ha attraversato l’Italia negli ultimi due giorni, per chiedere al governo di riaprire i porti alle navi umanitarie. In migliaia sono scesi in piazza da Milano a Palermo e le Ong in mare ringraziano: «non ci avete lasciato soli»

di Ottavia Spaggiari

È stata una fortissima mobilitazione popolare quella che, negli ultimi due giorni, ha attraversato tutta l’Italia. In migliaia sono scesi in piazza, da Palermo a Milano, a sostegno dell’Aquarius per chiedere al governo di riaprire i porti alle navi umanitarie. Rappresentanti delle istituzioni e delle Ong, insieme ad attivisti, volontari e cittadini di tutte le età. A Milano, martedì, il corteo più numeroso: secondo gli organizzatori erano in 5mila in Piazza della Scala, bandiere diverse sventolavano insieme: quelle di ActionAid, Emergency e di altre associazioni, insieme a striscioni di sindacati e dei “sentinelli di Milano”, il gruppo nato a difesa dei diritti LGBT e oggi impegnato a favore dell’antifascismo.

Un composto ma deciso atto di protesta che, come ha scritto Zita Dazzi su Repubblica, ha coinvolto anche chi non è abituato alle proteste, come Riccardo Baldinotti, impiegato pubblico arrivato in sedia a rotelle, perché “questa volta era proprio necessario".
Il primo a parlare, don Colmegna, presidente della Casa della Carità: «Qui è in corso una rottura della civiltà, se addirittura si irride al cardinale Ravasi che cita il Vangelo. Non solo si sta andando contro il diritto internazionale, ma si sta tentando di rompere anche il patto di civiltà e umanità che lega gli uomini fra loro. Occorre reagire ma senza scendere sul loro piano del rancore, occorre reagire con la mitezza di chi lotta per la dignità e la vita umana».

«Esprimiamo i nostri più profondi ringraziamenti a tutti quelli che in queste ore difficili ci hanno espresso la loro solidarietà per le vicende legate alla preoccupante situazione della nave Aquarius e dei suoi 629 ospiti a bordo. E' per noi un incoraggiamento e un’importante manifestazione di vicinanza», ha scritto in un comunicato Medici Senza Frontiere. «Negare lo sbarco a persone disperate soccorse in mare non può essere considerata una vittoria: è la risposta sbagliata alla mancanza di responsabilità e condivisione degli oneri tra gli Stati membri dell'Unione Europea. Tutti i governi e le istituzioni europei devono entrare in azione e sostenere i paesi che sono in prima linea a gestire gli arrivi dal mare, come l'Italia, per garantire soluzioni condivise».
Anche Sea-Watch ha detto grazie via Twitter: «Mille grazie Italia, sei l'Europa della solidarietà che amiamo».


L'altra Ong tedesca, Sea-Eye, tra le poche rimaste nel Mediterraneo, ha lanciato una campagna per ricordare che l'ultima azione del governo Italiano non può diventare la misura di giudizio del nostro Paese. Online ha raccolto le immagini dei sindaci del sud Italia che hanno offerto l'apertura dei porti all'Aquarius.

Foto: Sea-Watch (Twitter)

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.