La campagna
In marcia per il Tagliamento, nella Giornata mondiale dell’Acqua
Un viaggio in sette tappe, dal mare ai monti, da marzo a settembre, per conoscere e difendere il Tagliamento. È la proposta delle associazioni ambientaliste, unite per chiedere che il “re dei fiumi alpini” continui a scorrere libero. A minacciare la naturalità del medio corso c’è infatti un progetto di diga mobile. Scienziati e ambientalisti chiedono di gestire il rischio alluvionale senza sacrificare il valore ambientale, sociale e culturale del fiume

Inizia simbolicamente il 22 marzo, Giornata mondiale dell’Acqua, il viaggio delle associazioni ambientaliste per conoscere e difendere il fiume Tagliamento, che attraversa il Friuli dalle Alpi carniche all’Adriatico, per 178 chilometri. Il viaggio, che si concluderà a settembre, prevede sette tappe, dalla foce alla sorgente, a piedi, in bicicletta e in canoa, assieme ad esperti di diverse discipline, per comprendere le dinamiche del “re dei fiumi alpini”, la sua biodiversità, le modalità di gestione del rischio. Con la campagna Free Tagliamento, Legambiente, Wwf e Lipu del Friuli – Venezia Giulia, con il Centro italiano per la riqualificazione fluviale – Cirf e l’associazione Foce del Tagliamento si sono coalizzate per chiedere che il fiume continui a scorrere libero, ma anche per migliorare la qualità ecologica dei tratti più compromessi. A sostenere il progetto è il brand Patagonia, che dal 1985 devolve l’1% delle proprie vendite per la tutela e il ripristino dell’ambiente. La grafica, che riprende i colori del fiume e i suoi rami intrecciati, è firmata dall’illustratore Andrea Bettega.
La minaccia di un “Mose” fluviale
L’iniziativa nasce dall’ennesimo progetto che, se realizzato, stravolgerebbe l’ecosistema del medio corso, il più naturale, quello che conserva caratteristiche per lo più perdute nell’Europa occidentale e per questo studiato da Università ed enti di ricerca in tutto il mondo. Si parla di un ponte-traversa con paratoie mobili, tra Spilimbergo e Dignano, per la creazione di un bacino di espansione in linea, una specie di “Mose” che si attiverebbe in caso di piena. Ciò in nome di una “messa in sicurezza” dal rischio alluvionale della bassa pianura che, in realtà, nessun’opera può garantire al 100%.
La comunità tecnico-scientifica internazionale, con una petizione firmata da oltre ottocento studiosi ed esperti di trentacinque Paesi, afferma in sintesi che il rischio va gestito conservando l’inestimabile valore ambientale, sociale e culturale del fiume (tutta la petizione qui). La campagna Free Tagliamento è nata a sostegno di questa richiesta (per firmare l’appello clicca qui). Per le associazioni ambientaliste, devono essere considerate prima di tutto le alternative basate sulla natura e serve una valutazione attenta degli impatti e dei benefici, in linea con le indicazioni europee di restituire spazio al fiume. Il viaggio lungo l’asta fluviale, con il coinvolgimento della cittadinanza, nasce inoltre dalla richiesta alle autorità, in questo caso la Regione Friuli – Venezia Giulia, di adottare scelte condivise con la popolazione, per un’opera che avrebbe un impatto così importante sul territorio.
Le esplorazioni con gli esperti
Ogni tappa prevede un’escursione guidata, per approfondire la conoscenza di uno specifico tratto del fiume, assieme a esperti, artisti, scrittori, persone del luogo. La partecipazione è libera, aperta a tutti e gratuita. Al centro di ogni uscita ci sono temi diversi, con l’obiettivo di arrivare al termine del viaggio, una volta risalito il fiume, con una più ampia consapevolezza delle sue caratteristiche distintive, delle pressioni antropiche, dei progetti che rischiano di cambiare il suo volto. Si discuterà anche delle proposte per un diverso equilibrio tra comunità rivierasche e fiume, nell’ottica della riqualificazione fluviale e della legge europea sul ripristino della natura, per la mitigazione del rischio di alluvioni nell’intero bacino.

L’esplorazione a tappe del fiume è un invito ad avvicinarsi all’acqua, dialogare con gli studiosi, le istituzioni, le comunità locali, per un confronto aperto sul futuro del Tagliamento. Si parte dalla foce, a Bibione, per approfondire gli aspetti naturalistici di pregio e le trasformazioni morfologiche ed ecologiche del sistema fluviale, lagunare e marino. A Latisana, al centro ci saranno l’impatto della crisi climatica e gli eventi estremi. Nel medio corso si affronteranno il tema della gestione dei sedimenti e quello delle grandi opere. Risalendo ancora l’asta fluviale, si parlerà delle trasformazioni morfologiche e delle pressioni antropiche legate alle esigenze irrigue e idroelettriche. L’ultimo appuntamento volge lo sguardo al futuro, nell’ottica del ripristino della natura.
Le escursioni si tengono nel fine settimana, il sabato o la domenica. Per informazioni: www.freetagliamento.org
Foto del Tagliamento da drone, tra Dignano e Spilimbergo, di Roberto Pizzutti
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