Formazione

In lutto il cinema d’Africa

Addio a Sotigui Kouyaté, grandissimo attore

di Joshua Massarenti

Piange il mondo del cinema e del teatro, e non soltanto quello africano, dopo la morte dell’attore maliano-burkinabé Sotigui Kouyaté, deceduto a Parigi sabato scorso all’età di 74 anni in seguito a una lunga malattia polmonare. Nato nel 1936 a Bamako (Mali), Sotigui Kouyaté era considerato un mostro sacro della cultura africana, di cui è stato un fervente difensore.

Di origine guineana, la sua carriera inizia in Mali come griot, sorta di “favolista” e depositario della tradizione orale africana, con un cambio di rotta radicale quanto sorprendente alla fine degli anni ‘50 diventando calciatore professionista fino al 1966 e capitano della squadra nazionale del Burkina Faso (all’epoca Alto Volta). Contemporaneamente, inizia un percorso professionale nell’amministrazione pubblica burkinabé grazie al quale riesce a coltivare la sua grande passione: la cultura. “Amavo la danza” rivelò Kouyaté in una delle numerosissime interviste concesse alla stampa internazionale, “e ho accettato nel 1966 di interpretare il ruolo di un consigliere reale in uno spettacolo teatrale diretta dal mio amico, Boubacar Dicko, nel quale figurava una danza di guerrieri”.

Tra i primi successi registrati in Africa francofona occidentale e le delusioni patite con teatranti francesi (“i formatori ci chiedevano di immaginare un battello su un muro, ma io non vedevo nulla…”), Kouyaté decide di lanciare la propria compagnia di teatro popolare. Passano quasi vent’anni, i talenti straordinari dell’attore folgorano il grande regista teatrale inglese Peter Brook, che nel 1983 lo arruola per la tournée mondiale del Mahabharata, la grande epopea indiana.

“Quando sono arrivato da Peter Brook” ricordò l’attore africano, “non mi sentivo spaesato. Ho visto che tutto accadeva all’interno di un cerchio, come in Africa, e dopo il terzo giorno, mi ha teso la mano, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: Sotigui, da oggi fai parte della famiglia. E’ stato un gesto sacro per me. Brook aveva capito la natura profonda dell’Africano, aveva abbracciato la mia cultura”. La decisione del regista inglese di assegnare per la prima volta a un africano il ruolo di Prospero nel dramma shakespeariano “La tempesta” dimostra il livello di fiducia e di complicità che sussisteva tra i due.

Ma lo sguardo da saggio e la sua lunga silhouette sinuosa hanno permesso a Kouyaté di segnare anche il mondo del cinema. Un mondo che riconoscerà la sua devozione per il grande schermo con l’Orso d’argento per ili miglior attore assegnatogli dal Festival di Berlino nel 2009 per la sua interpretazione in “London River”, del regista franco-algerino Rachid Bouchareb. Nello stesso anno, il Festival del cinema panafricano di Ouagadougou (Fespaco) lo nomina Ufficiale dell’Ordine del merito delle Arti, delle Lettere e della Communicazione del Burkina Faso.

Alla luce degli omaggi che stanno piovendo da tutto il mondo, c’è da scommettere che altri premi e onorificenze gli verranno consegnati. “Per tutto quello che fatto per l’Africa, Sotigui verrà comunque ricordato” ha dichiarato il regista burkinabé Idrissa Ouédraogo.


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