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In Lombardia una legge per aiutare chi deve farci i conti

Terapie, vantaggi e misure anti-discriminazione nella normativa approvata al Pirellone

di Gabriella Meroni

Dalle pari opportunità nei concorsi pubblici per chi soffre di dislessia al “gioco di squadra” fra scuola, sanità e famiglia per curare i disturbi dell’apprendimento. Sono i due pilastri su cui poggia la nuova legge lombarda ‘anti-dislessia’. Il testo, licenziato oggi con l’ok del Consiglio regionale, contiene Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento ed è frutto dell’abbinamento fra tre diverse proposte di maggioranza e opposizione. Nelle classi elementari, spiega in una nota uno dei primi sostenitori della nuova legge, il consigliere regionale del Pd Francesco Prina, «si registrano almeno un caso o due l’anno, è importante dunque diagnosticare in modo precoce e tempestivo questa patologia».

Chi soffre di disturbi dell’apprendimento, prosegue Prina, «deve poter fare passi verso il miglioramento o la guarigione totale. E’ dunque fondamentale in quest’ottica mettere in sinergia tempestivamente i servizi sociosanitari con i genitori e i maestri». I tecnici e gli esperti – neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti e così via – devono essere «presenti e attivi nelle unità operative dei distretti delle Asl, insieme agli insegnanti per affrontare seriamente questi disturbi». Quella contenuta nella nuova legge, conclude il consigliere, è «una normativa completa nella quale per la prima volta si fa anche riferimento alle pari opportunità nei concorsi pubblici per i soggetti affetti da dislessia. Una legge importante perché, oltre a creare centri di eccellenza per lo studio e la ricerca di questa patologia, potra’ influire sulla qualita’ del dibattito a livello nazionale».


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