Indagine demoscopica

In Italia sette lavoratori su dieci hanno un carico di cura familiare

I dati di una ricerca promossa dall’Osservatorio nazionale sui bisogni di welfare di lavoratrici e lavoratori con responsabilità di cura, nato dalla partnership tra Welfare Come Te e il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna, con il contributo dell’Istituto di ricerca Ixè. Il 68% di questi caregiver ammette di trascurare il proprio benessere psicofisico

di Redazione

caregiver
credit Ufficio Stampa Teva Italia

Il 69,6% di lavoratrici e lavoratori italiani ha un carico di cura: tra questi, il 36% ha la responsabilità di figli minorenni, il 46% segnala di occuparsi di familiari anziani o fragili (nel 16% dei casi si tratta di un impegno quotidiano) e il 30% si prende cura di altri minori della famiglia, come ad esempio i nipoti. Sono alcuni dati che emergono da un’indagine demoscopica quantitativa – realizzata su un campione rappresentativo di lavoratori del settore privato – promosso dall’Osservatorio nazionale sui bisogni di welfare di lavoratrici e lavoratori con responsabilità di cura. Questo organismo è nato dalla partnership tra Welfare Come Te (un provider di welfare aziendale espressione della cooperazione sociale ) e il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna (nella persona della professoressa Elena Macchioni, docente di Sociologia), con il contributo dell’Istituto di ricerca Ixè. Welfare Come Te, oltre a servire numerose aziende nella progettazione di iniziative e servizi dedicate ai caregiver e al benessere personale, ha voluto creare uno spazio organico di osservazione sulle esperienze in atto di welfare aziendale, con una specifica focalizzazione sulla condizione dei lavoratori caregiver. Da qui l’idea di questo progetto che si struttura a partire dall’indagine demoscopica quantitativa che, con periodicità biennale, monitora il welfare aziendale e fornisce una fotografia delle condizioni familiari, lavorative, dei bisogni e delle necessità di welfare dei lavoratori italiani, con un focus su quanti hanno una responsabilità di cura.

La prima indagine è stata realizzata nel maggio 2024: ha fatto emergere dati molto chiari ed interessanti. Oltre a quelli citati in apertura, è stato possibile identificare la cosiddetta “generazione sandwich”, che riguarda il 18% dei lavoratori. La conciliazione si basa prevalentemente sul “fai da te” degli stessi che, in larga maggioranza (70%), dichiarano di riuscire a gestire gli impegni di lavoro e quelli personali e familiari grazie alla propria capacità organizzativa, aspetto rimarcato – per lo più – dalle donne e che si consolida con l’età delle rispondenti.

Sul fronte delle carenze, i lavoratori lamentano innanzitutto (49%) la mancanza di servizi pubblici territoriali, particolarmente avvertita dai lavoratori residenti nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Il 41% segnala anche la carenza di servizi di welfare aziendale. Nel groviglio di impegni da conciliare, i lavoratori trascurano soprattutto il proprio benessere psicofisico, tema indicato dal 68% (sottolineato in particolar modo dalle donne). Un lavoratore dipendente su tre sente di aver trascurato le responsabilità familiari e il 19% il lavoro; chi è gravato da carichi di cura tende a giudicare se stesso con maggiore severità, sottolineando in misura significativamente più marcata le proprie mancanze sul fronte lavorativo e familiare.

In questo scenario, il welfare aziendale occupa uno spazio che appare ancora contenuto e non del tutto adeguato, il welfare offerto dalle imprese ha pochi elementi di utilità sociale, là dove presenti ricalcano i pillar del welfare state tradizionale (senza ricercare una vera e propria modalità di integrazione) e seguono una pratica di convenienza (ciò che la normativa permette di offrire con vantaggio fiscale) piuttosto che di convinzione (ciò che può essere realizzato tenendo conto dei reali bisogni di lavoratrici e ai lavoratori).

Questo studio ha restituito la dimensione del fenomeno su scala nazionale ed ha evidenziato uno spazio ampio di lavoro e di intervento. È necessario promuovere una nuova narrazione del welfare, lo sviluppo di una prospettiva sociale e di personalizzazione degli interventi, attraverso un approccio plurale – preferibilmente sviluppato a partire dal livello territoriale – in cui imprese, pubblica amministrazione e Terzo settore possano cooperare in risposta ai bisogni crescenti di cura di lavoratrici e lavoratori.

Welfare Come Te è il progetto imprenditoriale sviluppato dal Consorzio Fiber, società partecipata da 16 realtà – tra consorzi e cooperative sociali – tra le più importanti in Italia, che consentono di coinvolgere nel sistema oltre 100 imprese sociali su tutto il territorio nazionale, e che si propone come provider di servizi di welfare aziendale e people caring.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.