Non profit

In Italia ritorna il “gelato sospeso”

L'idea è dell'associazione romana Salvamamme. Che dal primo giugno al 10 settembre propone la seconda edizione del “gelato sospeso 2.0”. Lo scorso anno l’iniziativa ha raggiunto 20mila bambini. Possono aderire tutti i bar e le gelaterie italiane: basta affiggere all’interno del locale la locandina del progetto e posizionare sul bancone un vaso trasparente dove i clienti lasceranno la loro donazione per il gelato sospeso

di Anna Spena

Il caffè sospeso, gesto di solidarietà. Inventato a Napoli e poi diffusosi in tutta Italia. Ma quello va bene per gli adulti. E i bambini? A loro ha pensato un’associazione non profit romana “Salvamamme” che dal primo giugno al 10 settembre propone la seconda edizione del “gelato sospeso 2.0”. Lo scorso anno l’iniziativa ha raggiunto 20mila bambini. 20mila, infatti, è stato il numero dei gelati che sono stati pagati e poi lasciati “sospesi” per essere consegnati a chi, anche solo un gelato, non può permetterselo.


Al progetto del “gelato sospeso 2.0” possono aderire bar e gelaterie di tutta Italia. La procedura da attivare per tutti i commercianti che vogliono partecipare all’iniziativa è molto semplice: stampare dal sito web di Salvamamme la locandina dell’iniziativa e affiggerla all’interno del locale insieme alla spiegazione della campagna.

Posizionare sul bancone un vaso trasparente dove i clienti lasceranno la loro donazione per il gelato sospeso. Poi il bambino o una famiglia entra, può chiedere se qualcuno ha lasciato dei gelati sospesi. In quel momento si emetterete lo scontrino che verrà dato alla famiglia che riceve il gelato.

Il progetto di Salvamamme è rivolto ad ogni singola famiglia, gelateria, comune, municipio di Roma Capitale, Comune italiano, Ente pubblico o privato.

L'associazione Salvamamme opera da oltre quindici anni intervenendo nei momenti cruciali dell’abbandono e della solitudine delle mamme e delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico: gli ultimi tempi della gravidanza, i giorni difficili dopo il parto, il primo anno della maternità.

Ma subito dopo il supporto si estende all’ambito sanitario, psicologico, legale, logistico, pedagogico, formativo: l’incontro diventa sovente consuetudine, mamme assistite si fanno volontarie dell’Associazione.

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