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In Italia la nave che nessuno voleva

Dopo il braccio di ferro con Malta, Roma accoglie i 140 migranti del cargo Pinar

di Franco Bomprezzi

Alla fine prevale l’umanità e l’Italia accoglie la nave turca carica di migranti, dopo giorni di contesa fra il nostro Paese e Malta. Ora sono in corso la prima accoglienza e le cure in Sicilia, ma i giornali di oggi raccontano la situazione vergognosa nella quale si trovavano i migranti.

Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:

 

 

“Sì dell’Italia, accolta la nave degli immigrati” è il titolo al centro della prima pagina che compare sul CORRIERE DELLA SERA  di oggi. Nella serata di ieri – riassume il quotidiano – il governo italiano ha autorizzato per «ragioni umanitarie» l’attracco a Porto Empedocle (Agrigento) della Pinar, il cargo turco con a bordo 140 migranti salvati nel canale di Sicilia. L’attracco è avvenuto nelle prime ore di questa mattina. Maroni e Frattini puntano il dito contro Malta. Per il Viminale il comportamento del governo di La Valletta è stato «scorretto». Dura anche la Farnesina: «Malta ha violato le regole». E poi: «La decisione di accogliere la nave  è stata assunta esclusivamente in considerazione della dolorosa emergenza umanitaria sul mercantile e non deve in alcun modo essere intesa né come un precedente né quale riconoscimento delle ragioni addotte da Malta nella vicenda». Felice Cavallaro e Alfio Sciacca ieri intanto sono saliti sul mercantile-lazzaretto: “A bordo tra malati e donne incinte: potevamo finire tutti in un sacco”. Ecco alcuni passaggi del loro resoconto: «Folate di fetore acido avvolgono questa balena d’acciaio  che si porta dietro anche il cadavere di una donna incinta, morta prima che i clandestini fossero soccorsi dal Pinar…E chi sale su turandosi il naso scopre due ragazzi che tremano con la febbre alta, stretti insieme sotto una coperta bagnata, un’altra donna incinta  con gli occhi sgranati nell’affanno di una paura  che non riesce a frenare, un paio di uomini con la varicella, decine di ragazzi smunti  e disidratati…». Alla vicenda il CORRIERE dedica anche un corsivo a firma di Giovanni Bianconi intitolato “Salvare le vite poi puntare i piedi”: «Di questi tempi le politiche sull’immigrazione sono complicate, ma puntare i piedi davanti a uomini  che chiedono aiuto non è un bello spettacolo. Meglio cercare soluzioni e accordi prima che si verifichino situazioni come quella della Pinar»”.

“Sulla nave dei disperati: «I nostri tre giorni d’inferno»”: LA REPUBBLICA apre  con un reportage di Francesco Viviano che è stato sulla barca maledetta (il titolo più importante è dedicato alla conferenza Onu: “Il mondo spaccato sul razzismo”). Alle pagine 2 e 3 Viviano racconta quel che ha visto sulla nave: il cadavere di una giovanissima donna incinta abbandonato per 5 giorni, i 145 immigrati accolti dalla Pinar e poi rimasti intrappolati a causa dei veti incrociati di Malta e Italia. Soltanto a tarda sera alla nave è stato consentito di attraccare. «A bordo, uomini e donne sfiniti, ammalati, ustionati, che non avevano neanche la forza di parlare. Disperati: quasi tutti raccolti a prua della nave, ammassati come carne da macello». In appoggio Alberto Custodero riferisce della decisione italiana: “Alla fine il governo dà l’ok allo sbarco in Italia  «È emergenza umanitaria»”. Frattini e Maroni hanno deciso di accogliere la nave turca che aveva salvato i migranti. Una decisione esclusivamente umanitaria dicono, da non intendersi come «un riconoscimento delle ragioni addotte da Malta». Domani Maroni presenterà un dossier alla Ue affinché intervenga per trovare una soluzione politica in sede europea.

“L’Italia trova un porto per la nave dei disperati” titola IL GIORNALE a pag. 16 dove si ripercorre la vicenda che è l’ennesimo « rimpallo fra Italia e Malta. L’Italia sosteneva che la nave che ha soccorso gli immigrati a poco più di 40 miglia al largo di Lampedusa avrebbe dovuto sbarcare i clandestini a Malta. Malta ribadisce che, secondo le convenzioni internazionali, gli immigrati dovrebbero esser portati nel posto sicuro più vicino». Il ministro Maroni è il primo a sbottare: «Malta è sorretta, non lasceremo che la situazione umanitaria degeneri ma Malta è colpevole di un’applicazione scorretta e censurabile». Dopo una serie di telefonate fra cui anche l’invito a Malta da parte di Barroso, presidente della Commissione europea, il Governo italiano decide: «La decisione è assunta in considerazione della dolorosa emergenza umanitaria verificatasi a bordo del mercantile». Maroni sta predisponendo un dettagliato dossier sul caso da presentare alla Commissione Ue». L’analisi è di Rolla Scolari nel pezzo titolato “L’isola fortino che dice sempre: non c’è spazio»” Scolari mette in evidenza che il tema dei clandestini è una questione calda per il Governo dell’isola. Il Malta Today, maggiore quotidiano dell’isola rivela che per l’84% degli abitanti sul tema immigrazione è in corso una crisi nazionale. Dal 2002 ad oggi sono stati 12.500 gli irregolari arrivati, oggi rimangono 2.235 chiusi in 4centri di detenzione aspettando documenti o il rimpatrio, altri 2.137 sono trattenuti in strutture “aperte”». A giugno a Malta, paese della Ue, si svolgono le elezioni europee «Gli indici di gradimento dei partiti salgono in base al pino anti-immigrazione più tosto perché il 23% della popolazione pensa che l’Isola sia invasa e il 32% che i clandestini portino via il lavoro ai maltesi».

“L’Italia si riprende la nave dei disperati” è il titolo del Primo Piano de LA STAMPA sull’odissea del mercantile turco “Pinar” che ha tratto in salvo 140 clandestini e che è rimasto al largo tra Malta e Lampedusa per tre giorni al centro di un contenzioso fra governo italiano e maltese e alla fine è stata accolta dall’Italia. Nel frattempo una donna è morta e venti altre persone ammalate sono state trasportate d’urgenza con le motovedette dalla nave a Lampedusa.  Intervistata da LA STAMPA, Laura Boldrini, la portavoce italiana dell’Unhcr, agenzia Onu che tutele i rifugiati, dice che ci sono due convenzioni internazionali che regolano il comportamento degli Stati in casi come questi, la “Solas” e la “Sar”, messe a punto dalla International Maritime Organization. Entrambe sono state emendate di recente: l’Italia ha approvato gli emendamenti, Malta invece no.  Quindi i due Paesi seguono protocolli internazionali diversi, per questo è urgente che «in sede europea si arrivi a una risoluzione che sia chiara e univoca». Drammatici gli appelli che LA STAMPA ha raccolto dal comandante del mercantile turco prima che la crisi diplomatica si risolvesse: «Rischiamo un’epidemia, rischiamo di dover contare i morti» aveva detto dal radiofono di bordo Asik Tuygun. E allla fine della vicenda il comandante ha detto alla Boldrini: «Noi siamo gente che rispetta la legge del mare. Non potevamo mica lasciarli morire». La portavoce Unhcr sottolinea avverte: «non è proprio il caso di inviare messaggi negativi», «qualcuno, la prossima volta, ci potrebbe pensare due volte prima di deviare dalla sua rotta». Dalla prima pagina un’editoriale di Lucia Annunziata ricorda la storia della nave “Exodus” che, partita da Porto Venere nel luglio del 1947 con 4.515 profughi ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio, ruppe un blocco internazionale «diventando il simbolo del diritto di un popolo a emigrare». «La Pinar non sarà forse mai famosa come la Exodus e non passerà alla storia. Ma il suo vagare in mare stretta tra ragioni di Stato e ragioni della umanità non è molto diverso. Allora gli italiani scelsero l’umanità. Oggi fanno la stessa, giusta, scelta. Questi illegali di oggi con la pelle nera sono i nuovi ebrei che scappano dall’Olocausto nascosto della globalizzazione».

 

E inoltre sui giornali di oggi:


RAZZISMO

CORRIERE DELLA SERA – L’apertura del giornale di oggi è appaltata al vertice Onu sul razzismo che apre i battenti a Ginevra. L’Italia, insieme a Usa, Israele, Australia Canada, olanda e Germania ha deciso di boicottare il summit perché teme che possa venir replicata l’accusa di razzismo a Israele inscenata in occasione del vertice Durban I. Ai lavori invece parteciperanno Iran, Vaticano, Francia e Gran Bretagna che ha scelto di esserci «per fare la guardia contro un inaccettabile tentativo di negare l’Olocausto. Sul tema l’editoriale di Angelo Panebianco “Chi è presente stavolta ha torto”.

LA STAMPA – “Il Papa benedice il vertice Onu. Ebrei infuriati”. Una pagina sulla decisione del Vaticano di partecipare alla conferenza Onu contro il razzismo a Durban, boicottata da Israele, Usa, Australia, Canada e in Europa da Italia, Germania, Olanda, Svezia contrari all’impostazione anti israeliana di “Durban II”. La commissione Onu, riferisce il vaticanista de LA STAMPA, ha in parte ripulito dai brani della discordia il testo che fino a sabato sarà in discussione a Ginevra. La posizione della Santa Sede è quella di «partecipare al meeting e avere un atteggiamento costruttivo in nome della lotta alla xenofobia». La scelta non trova d’accordo il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, che, intervistato, sottolinea che già al primo summit di Durban «alcuni Stati arabi tentarono di far rientrare nella dichiarazione finale del vertice l’equiparazione sionismo-razzismo e la definizione di Israele come “entità straniera occupante”, secondo Segni «i meccanismi pseudo democratici che ci sono al summit dell’Onu» impediscono di correggerne l’impostazione.

 

TERREMOTO

LA REPUBBLICA – “Fini: giusto accertare la responsabilità”. Costretto a ribadire l’ovvio quando ovvio non è più, il presidente della Camera insiste, seguendo Napolitano, sulla necessità di trovare eventuali responsabilità ai crolli. «La vicenda abruzzese deve indurre gli amministratori, chi governa e i parlamentari a non transigere nella prevenzione e nel rispetto delle regole. Se ciò non avviene le conseguenze sono angoscianti e provocano il giusto sentimento di chiede l’accertamento di eventuali responsabilità». Dalla procura fanno sapere che per i primi risultati delle perizie ci vorrà almeno un anno e mezzo. Monta intanto una polemica sulla lista dei comuni che beneficeranno di sovvenzioni. Gli esclusi – sono 49, alcuni dei quali continuamente investiti dalle nuove scosse – sono furibondi. Giuseppe Caporale invece riferisce di due case dello studente, nuove (costruite rispettivamente nel 2002 e nel 2008), antisismiche, rimaste in piedi  e mai abitate. Costate due milioni e mezzo di euro. Realizzate dal comune di L’Aquila ma non adoperate perché la gestione era antieconomica.

CORRIERE DELLA SERA – Due le pagine sul sisma. La 8 e la 9 sotto la testatina Primo Piano. Si apre con la polemica a distanza fra Fini e Berlusconi. “Fini: sisma, giusto accertare le responsabilità”. Questa la replica del presidente della Camera al premier  che aveva invitato «a non perdere tempo sulla ricostruzione». Intanto fra i sindaci della zone colpite è partita la corsa alle lista terremotati. Per ora l’elenco comprende 49 Comuni. Ma Bertolaso promette: sarà moderatamente ampliato. Fra i più combattivi il primo cittadino di Montereale Lucia Pandolfi: se non ci danno garanzie restituiremo le fasce tricolori. Il CORRIERE svela anche la paradossale vicenda di Palazzo Quinzi, lo stabile giudicato il più vulnerabile del centro storico, ma rimasto in piedi grazie a una serie di mini restauri.  

SOLE24ORE – Durissimo pezzo a tutta pagina, con corredo di foto shock, di Mariano Maugeri sulle responsabilità dei crolli in Abruzzo. Come già da Santoro, il giornalista batte sul tasto della mancata prevenzione da parte di chi doveva applicare le norme antisismiche in una regione a rischio. «I vicerè non sono solo a Napoli e a Palermo. La nomenklatura dei sindaci deputati, dei rettori senatori impermeabili ai cambiamenti celebra se stessa e il proprio culto nei palazzi seicenteschi (…) mille rivoli che portano voti, serate di gala, cene politico-mondane. Non c’è neppure un centesimo bucato alla voce Protezione civile, neppure una segnaletica delle aree di raccolta, neppure una prova generale  di sgombero (…) per gli amministratori dell’Aquila il terremoto non esiste».

IL GIORNALE – A pag. 7 dà la notizia che oggi si laureano i primi studenti post-sisma. Tutti con la t-shirt “io non crollo”. Si tratta di fisioterapisti e quindi della facoltà di medicina che è stata dichiarata agibile, ma anche le altre facoltà si stanno organizzando e i diversi docenti rassicurano che gli studenti non perderanno l’anno.

LA STAMPA – “No ai volontari in camicia nera”. Un reportage racconta della tendopoli allestita a Poggio Picenze (l’Aquila) dai ragazzi di “Casa Pound”, sul quale sventolano le croci celtiche. Il grupo si definisce «fascista del terzo millennio», è composto da una ventina di ragazzi con teste rasate, mimetiche e giubbotti neri. Protestano abitanti e gli altri volontari. «Perchè il comune ha affidato la gestione dell’emergenza a un gruppo di estremisti?» chiede Attilio, abitante di Poggio, «Siamo nell’Abruzzo di Silone e della Resistenza… è uno schiaffo alla memoria». Il sindaco, Nicola Menna, professore di scuola arruolato dal centrodestra, risponde: «Noi adesso abbiamo bisogno di aiuto e quei ragazzi si danno da fare».

 

TAMARO

IL GIORNALE – Susanna Tamaro in copertina e a pagina 26 firma il racconto “Tecnologia, rimpianto e solitudine. Vi racconto la mia notte senza stelle. In 50 anni siamo passati dai telefoni al muro all’i-phone, dalla violenza delle guerre a una falsa onnipotenza. L’unica salvezza testano i comandamenti”. Il racconto è in realtà quanto detto dalla scrittrice al convegno “Pensare la crisi” tenutosi a Roma con la presenza di diversi intellettuali e organizzato da Accademia di Francia e dal ministero beni culturali italiano. Fra i punti chiave: «Il 68 promise fiori al posto delle armi, ma fini tutto in un cieco fanatismo ideologico», « La nostra incertezza esistenziale si affida alle sentenze dei giudici, su ogni cosa», «Emancipati dall’arcaica idea di Dio, pensiamo di poter ottenere tutto da soli», e sui comandamenti «Il decalogo è per noi come l’isola dove il naufrago può finalmente approdare».

 

ONLUS

SOLE24ORE – In Affari privati un focus sull’articolo 30 del decreto anticrisi, ovvero quello che ha introdotto nuovi controlli per moltissimi enti senza fine di lucro, e di spalla l’esame di bilancio per Aidos, che ha centrato l’obiettivo del raddoppio degli introiti lo scorso anno.

ITALIA OGGI – Onlus al monitoraggio fiscale, è il titolo di un lungo approfondimento nella sezione Controlli di ITALIA OGGI che spiega le nuove mosse anti-privilegi presenti nella circolare n. 13/09 dell’agenzia delle entrate. Enti non commerciali e Onlus entrano nel tunnel del monitoraggio fiscale e saranno chiamati a inviare telematicamente all’agenzia delle entrate il modello esplicativo grazie al quale sarà possibile verificare che non si tratti di soggetti che abusino delle particolari norme di favore riconosciute agli operatori che perseguono fini sociali. In base all’articolo, si apprende che a tale obbligo si accompagnerà una forte campagna di controlli sul territorio. Gli enti appartenenti al terzo settore, saranno monitorati nel corso del 2009 a livello locale, allo scopo di individuare i più rilevanti rischi di abusi dei regimi agevolativi e indirizzandoli nei confronti di quei soggetti per i quali le informazioni a disposizione degli uffici evidenziano la possibile esistenza di vere e proprie imprese commerciali dissimulate sotto forma di associazioni culturali, sportive, di formazione e simili. Chi non assolve l’onere della comunicazione perde il trattamento di favore.


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