Economia

In Italia il microcredito è donna

Quintuplicate le erogazioni

di Redazione

A loro il 53% dei prestiti. Il resto ai migrantiIn due anni sono quintuplicate le erogazioni. Non si tratta del bilancio di un colosso bancario ma del trend del microcredito italiano. «L’indagine ha censito 32 realtà, fra queste un solo istitutto di credito: Banca Etica», spiega Maria Cristina Negro, segretario generale di Fdga – Fondazione Giordano Dell’Amore, «quelle stimate sono però almeno 80».
L’European Microfinance Network ha evidenziato come nel biennio 2008/09 i crediti distribuiti siano passati da 392 a 2.146. Il totale che ammontava a 3 milioni e 634mila euro nel 2007 è salito a 12 milioni e 740mila euro. I dati, resi noti dalla Rete italiana di microfinanza e Fgda rilevano anche la crescita della galassia degli enti che propongono il servizio. «Un’impennata dovuta certamente alla crisi economica. Nonostante l’incremento, infatti, l’offerta ad oggi non copre la domanda», spiega Negro.
Nel 2007 erano solo in 27 a gestire fondi destinati al credito soft in Italia. «Certamente il microcredito italiano rimane una realtà marginale», sottolinea Negro, «basta guardare le cifre: ogni istituzione eroga circa 60 prestiti l’anno. Ciascuno ammonta al massimo a 6mila euro». Una nicchia, ma in notevole espansione: «Il trend continuerà anche nel prossimo biennio. La speranza è che la partita passi in mano alle banche». Ma a una condizione, «che gli istituti mantengano lo spirito con cui nasce questa esperienza, continuando a seguire le persone e non trattandolo come l’ennesimo servizio disponibile» aggiunge Negro. I beneficiari sono donne e immigrati. «La quota rosa è del 53% mentre gli stranieri coprono il restante 47% (le immigrate non rientrano nella prima categoria). Quanto alle donne «si tratta generalmente di madri, sole e senza una storia professionale».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA