Famiglia

In Italia i nuovi schiavi sono i minori

La denuncia di Save The Children nella Giornata in Ricordo della Schiavitù: almeno mille casi segnalati

di Benedetta Verrini

La Giornata in Ricordo della Schiavitù, che si celebra oggi, serve per dire che il commercio di vite umane non è solo un semplice ricordo. Sono almeno 50.000 le vittime di tratta e sfruttamento in Italia che hanno ricevuto protezione, assistenza e aiuto fra il 2000 e il 2008. Nello stesso intervallo di tempo sono stati 986 i minori di 18 anni vittime di tratta e grave sfruttamento inseriti in programmi di protezione.

E’ quanto emerge dal dossier ‘Le nuove schiavitù’ sulla tratta e sfruttamento di minori, redatto da Save the Children in occasione della Giornata in Ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione, che si celebra oggi, 23 agosto.

Nigeria, Romania, Moldavia, Albania, Ucraina sono le nazionalità prevalenti delle vittime di tratta, a scopo di sfruttamento sessuale. Anche se non mancano vittime di sfruttamento lavorativo (163 fra il 2007 e il 2008). 5.075 fra il 2004 e il 2009 gli indagati per riduzione o mantenimento in schiavitù e per reato di tratta di persone.

”Se vogliamo aiutare veramente le vittime di tratta e sfruttamento, minori o adulti, bisogna garantire – spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children per l’Italia – un’adeguata presenza di unità di strada che le aggancino e che, guadagnando la loro fiducia, possano offrire una prima assistenza e orientamento. Inoltre bisogna mettere una maggiore attenzione anche nelle azioni di pubblica sicurezza per non vittimizzare ulteriormente minori e adulti già vittime di tratta e sfruttamento. Spesso, infatti, i minori presi in operazioni di polizia, si sentono criminalizzati e anche per questo scappano dalle strutture protette in cui vengono inseriti”.

”Il dato che emerge dal nostro dossier è l’allargamento del bacino di minori sfruttati o potenziali vittime di sfruttamento, mentre la tratta sembra sempre più circoscritta al gruppo delle ragazze nigeriane e dell’est Europa”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children per l’Italia. ”Nel caso di minori sfruttati o a rischio, parliamo di ragazzi fra i 12 e i 17 anni, soprattutto afgani, egiziani e bengalesi ma anche rumeni. Sono minori stranieri non accompagnati che si lasciano alle spalle situazioni così difficili da essere disposti a tutto pur di non tornare indietro e pur di pagare i trafficanti che li hanno portati qui. Sono ragazzi messi talmente alle strette dalle loro condizioni da accettare di prostituirsi, di lavorare in nero nel settore orto-frutticolo e della ristorazione, di spacciare, chiedere l’elemosina, compiere attività illegali”.

E tenendo conto che, secondo i dati del Comitato Minori Stranieri, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono 4.466 ”il bacino di minori potenziali vittime è ampio”, spiega ancora Valerio Neri. ”Molti di questi ragazzi e ragazze spesso scappano dalle comunità e tornano a vivere su strada in una condizione di semiclandestinità. Inoltre un significativo numero di quelli che arrivano da soli in Italia, non entrano in contatto con le comunità d’accoglienza e i servizi sociali, quindi non vengono registrati dal Comitato Minori Stranieri, e rimangono esposti a molti rischi”.

Sono per lo più ragazze, in gran parte di nazionalità nigeriana e rumena e di età compresa tra i 15 e i 18 anni, le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Italia. Le giovani rumene o di altri paesi dell’Est Europa, sono una presenza costante su strada.

Il coinvolgimento in attività illegali riguarda invece prevalentemente bambini e adolescenti di ambo i sessi per lo più rumeni ma anche di origine nord-africana, alcuni con non più di 14 anni e quindi non perseguibili penalmente. Reclutati nei paesi di origine o in Italia, vengono costretti a compiere furti e scippi. Nel nord Italia si sta radicando il fenomeno dello sfruttamento di minori senegalesi nello spaccio di stupefacenti.


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