Non profit
In Italia è boom
Per Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, «bene la norma, ma servono più incentivi»
di Redazione
I microcrediti erogati in Italia sono quintuplicati negli ultimi 2 anni. È quanto emerge da una ricerca realizzata da RITMI (Rete Italiana di Microfinanza) con la collaborazione della Fondazione Giordano Dell’Amore. Lo studio – che fa parte di un’indagine Europee realizzata ogni 2 anni dall’European Microfinance Network – sarà oggetto di un seminario intitolato La microfinanza in Italia: scelte e prospettive (avrà luogo mercoledì, 30 giugno dalle 10.30 – 13.30 a Roma, nella Sala Mercede, via della Mercede 55, Camera dei Deputati).
I dati mostrano che il microcredito in Italia ha grandi potenzialità come strumento di inclusione sociale e di lotta alla povertà, ma fino a oggi esso si è sviluppato in assenza di una cornice normativa adeguata. Solo il 10 giugno scorso il Consiglio dei Ministri ha inviato alle Camere un decreto legislativo per la riforma del TUB (Testo Unico Bancario) che contiene anche una norma sul microcredito.
«Accogliamo con favore la proposta di regolamentare, finalmente, anche in Italia il microcredito – spiega Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica – anche se dobbiamo constatare che l’integrazione del Testo Unico Bancario proposta dal Governo si limita a normare l’esistente, senza prevedere forme di sostegno e incentivi per il microcredito, che pure è riconosciuto dalla UE come uno strumento indispensabile per la lotta alla povertà e per l’inclusione sociale. L’Italia – prosegue Biggeri – è il paese che in Europa ha tra i più alti tassi di esclusione finanziaria anche tra i lavoratori dipendenti, di cui il 10% non ha un conto bancario».
In qualità di soggetto tra i più impegnati nell’erogazione di microcrediti, Banca Etica – attraverso la sua Fondazione Culturale che aderisce a RITMI (Rete Italiana MIcro finanza) – ha partecipato alle consultazioni indette dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla bozza del decreto legislativo. «In quel contesto – prosegue Biggeri – abbiamo sostenuto, sulla base della nostra esperienza, l’importanza di riconoscere i due tipi di microcredito: quello finalizzato all’occupazione e allo start-up di piccole imprese individuali, ma anche quello socio-assistenziale per far fronte alle difficoltà economiche delle fasce sociali deboli. Vediamo però che il testo del governo – pur riconoscendo l’esistenza del microcredito assistenziale – lo ritiene residuale e di minore impatto: una scelta che ci appare poco lungimirante nell’attuale fase di perdita di potere di acquisto delle famiglie, e di crescente disoccupazione».
Banca Etica ha invece accolto con grande favore la scelta di inserire nel testo del Governo il riconoscimento dell’importanza dei “servizi ausiliari di assistenza”, che caratterizzano le attività del microcredito: l’ascolto delle persone in difficoltà per aiutarle a uscire dalla crisi ed entrare in una condizione economica sostenibile e dignitosa e l’accompagnamento nella nascita di nuove attività economiche.
«Continueremo a tenere sotto osservazione i lavori e ci rapporteremo col Parlamento che dovrà analizzare e dare il parere sul testo del Governo. Anche per questo siamo tra i promotori dell’iniziativa del 30 giugno alla Sala della Mercede della Camera, alla quale interverranno i Deputati che nella presente Legislatura hanno presentato proposte di legge sul microcredito e componenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato», conclude Biggeri.
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