Politica

In Italia 385mila tossici

Presentata la Relazione annuale sulle tossicodipendenze

di Maurizio Regosa

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla politica sulle droghe, Carlo Giovanardi, e il capo del Dipartimento per le politiche antidroga, Giovanni Serpelloni, hanno presentato questa mattina, nella sala stampa di Palazzo Chigi, la Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia per l’anno 2008.

I dati più significativi

Secondo le stime della Relazione, sono circa 385 mila i consumatori problematici di droga, ossia i tossicodipendenti (9,8 ogni mille persone di età 15-64 anni). Di questi, 210 mila usano eroina (205 mila nel 2007) e 172 mila cocaina (154 mila nel 2007). Sono persone che avrebbero necessità di un trattamento ad hoc (ma quelle attualmente in cura sono meno della metà: circa 175mila). Quanto ai trend del consumo, si conferma la tendenza all’aumento:  il numero dei consumatori è salito rispetto allo scorso anno di 70 unità. Per quanto riguarda gli over 20, si nota un incremento del consumo di tutte e tre le sostanze: cocaina, eroina e cannabis (il 32% della popolazione ha usato cannabis almeno una volta nella vita). Diverso invece il discorso per i giovani al di sotto dei 19 anni: in questa fascia si registra una cauta diminuzione del consumo di eroina (-7,9% fra il 2007 e il 2008) e cocaina (-13%), mentre sale quello della cannabis (+5,3%). «Le percentuali di persone che, nella popolazione generale, hanno dichiarato di avere usato almeno una volta nella vita stupefacenti» – ha detto Giovanardi – «sono risultate rispettivamente di 1,6% per l’eroina, 7% per cocaina e 32% per cannabis». Nel caso della popolazione studentesca, tali percentuali passano al 2,1% per l’eroina, al 5,9% per la cocaina e al 31,5% per la cannabis.

Meno morti, più arresti

Mentre, fortunatamente, cala il numero di morti per overdose (l’eroina prima responsabile, ma avanza la cocaina): dai 589 decessi del 2007 si è passati ai 502 del 2008 (una diminuzione del 14,7%), cresce il numero di minori che entrano in carcere per reati connessi allo spaccio: in un anno, dal 2007 al 2008, sono aumentati del 38%. Secondo la Relazione annuale, gli accessi di minori alle strutture penitenziarie per reati commessi in violazione alla normativa sugli stupefacenti ammontano nel 2008 a 264. Sono quasi tutti maschi, età media 17 anni, e quasi uno su due è straniero. Per quanto riguarda la popolazione generale (15-64 anni), nel 2008 sono finite in carcere 30.528 persone tossicodipendenti (+25,3% sul 2007).

Il policonsumo

Accanto all’uso di Internet come strumento per commercializzare sostanze illegali, il fenomeno emergente più rilevante è senz’altro il policonsumo, ovvero l’abbinamento di più tipologie di droghe (cui si accompagna troppo spesso l’uso di alcol). «La più trasversale e sottovalutata di tutte», ha puntualizzato Giovanardi, «è la cannabis: la relazione evidenzia che i consumatori di cannabis nel 12,7% dei casi usano anche cocaina e nel 3% associano eroina. I consumatori di eroina, dal canto loro, nel 76,8% dei casi fumano anche cannabis e nel 51% consumano anche cocaina. Chi usa cocaina, infine, nell’85% dei casi usa anche cannabis e nel 14,6% anche eroina».

La latenza

Un secondo fenomeno registrato dalla Relazione è l’allungamento del periodo cosiddetto di latenza. Ovvero quel lasso di tempo che intercorre fra la prima assunzione e l’accesso ai servizi per il trattamento. «Può essere molto lungo e raggiungere anche i 12-14 anni», ha puntualizzato Serpelloni, che ha aggiunto: «Questo campanello di allarme evidenzia la necessità di rafforzare gli interventi di prevenzione e contatto precoce, necessari per ridurre i danni, ma anche i costi derivanti dall’uso di droghe». Il che naturalmente chiama in causa la capacità delle strutture locali,a cominciare dai Sert, di affrontare il problema della tossicodipendenza.

La proposta

Una capacità che non è uguale ovunque, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, anche perché la riforma costituzionale ha trasferito alle regioni la competenza in materia sanitaria. Da qui la proposta che gli uffici di Giovanardi stanno mettendo a punto, di vincolare una parte (l’1 o l’1,5%) della spera sanitaria regionale alla lotta contro le tossicodipendenze. «Sappiamo», ha spiegato il sottosegretario, «che una norma nazionale di questo tipo sarebbe una forzatura rispetto all’autonomia garantita dalla Costituzione delle Regioni in questo settore. Ma si tratta di un campo dove alcune Regioni investono e hanno facoltà di farlo, mentre altre non fanno nulla e non possono essere punite per questo» Occorre dunque un «fondo nazionale per la lotta alla droga per rafforzare i servizi già esistenti, con modalità che le Regioni potranno scegliere e su cui maggioranza e opposizione mi pare concordino». «Da parte nostra», ha aggiunto Giovanardi, «possiamo nel frattempo emanare atti di indirizzi o sensibilizzare le Regioni su alcuni particolari aspetti. Lo abbiamo fatto di recente per quanto riguarda i ritardi nei pagamenti alle comunità. Alcune di loro infatti sono in difficoltà finanziaria perché gli enti locali pagano con troppo ritardo. Il Dipartimento userà parte dei suoi fondi per coprire gli oneri finanziari che le comunità devono agli istituti di credito».

Per l’audiovisivo della conferenza stampa, cliccate qui: www.politicheantidroga.it/home.aspx

 

 

 

 


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