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In Guinea ai nastri di partenza la Coppa d’Africa dell’incubo Ebola
Saranno sedici le formazioni che si contenderanno il trofeo, suddivise in quattro gironi da quattro squadre ciascuno. Escluse illustri il Marocco, che proprio per timore del virus aveva rifiutato di ospitare la manifestazione e la Nigeria campione in carica
Ci siamo quasi, finalmente! Da domani il signor Marhaba avrà il suo bel da fare. Chi è Marhaba? Scusate, ve lo presento subito. Marhaba è il pallone ufficiale, made in Adidas, dell’Orange Africa Cup of Nations 2015, o più semplicemente Coppa d’Africa, che si disputerà in Guinea Equatoriale da domani fino al prossimo otto febbraio. Marhaba è chiamato a fare gli straordinari, infatti, oltre a doversi abituare da subito a prendere calci dai poderosi calciatori africani, dovrà adoperarsi con tutte le sue energie a smorzare le polemiche e riportare, nella giusta dimensione, quella di un puro e semplice evento sportivo, la competizione.
Le polemiche erano nate dal fatto che il torneo doveva disputarsi in Marocco che, però, aveva chiesto il rinvio della manifestazione per timore che le tifoserie al seguito delle squadre e, forse, i giocatori stessi potessero diffondere il virus dell’ebola nel Paese. Una volta riscosso il secco no da parte della Confederation of African Football (CAF) a far slittare l’evento, le autorità marocchine avevano ufficializzato la loro decisione di non ospitare la fase finale della Coppa d’Africa “per ragioni sanitarie di altissima pericolosità”.
L’epilogo della vicenda è stato da una parte l’esclusione dalla competizione della Nazionale marocchina, dall’altra la ricerca di un nuovo Paese ospitante la manifestazione. Così l’Orange Africa Cup of Nations 2015 ha trovato asilo in Guinea Equatoriale, dove le quattro città di Malabo, Bata, Mongomo e Ebebiyin ospiteranno i match in calendario.
Saranno sedici le formazioni che si contenderanno il trofeo, suddivise in quattro gironi da quattro squadre ciascuno: Brurkina Faso, Gabon, Congo e Guinea Equatoriale (gruppo A); Capo Verde, Tunisia, Repubblica Democratica del Congo e Zambia (gruppo B); Algeria, Senegal, Ghana e Sudafrica (gruppo C); Camerun, Guinea, Costa d’Avorio e Mali (gruppo D).
Oltre al Marocco, non vedremo un all’opera un’altra delle compagini più blasonate del calcio africano, la Nigeria, detentrice del trofeo, sorprendentemente eliminata dal Congo.
Gli organizzatori hanno previsto un imponente piano di controllo anti-ebola che interesserà giocatori, delegati e tifosi; peraltro va ricordato che in Guinea Equatoriale non si sono registrati casi del virus che ha interessato distanti oltre un migliaio di chilometri come la Liberia e la Sierra Leone.
Con la Coppa d’Africa si accendono nuovi i riflettori sul Continente Nero, per fortuna puntati su campi di calcio e non sulle azioni dei Boko Haram o sulle violenze in corso in Libia e da molte altre parti.
Il signor Marhaba si presenta con una veste elegante e comunicativa che riporta i caratteristici colori oro e blu in rappresentanza dei paesaggi contrastanti dell’Africa, dal deserto del Sahara all’azzurro intenso del cielo, e con questo look dovrà trasmettere anche un messaggio di speranza.
Infine, per il dispiacere di molti club, saranno davvero tanti (246, pari al 66,9% del totale) i giocatori che lasceranno temporaneamente i ricchi campionati europei per indossare la maglia della propria nazionale. Nutrita anche la colonia italiana composta da una decina di calciatori tra i quali i giallorossi Keità e Gervinho in testa.
Passando in rassegna le liste dei convocati di ciascuna nazionale africana balza agli occhi una cosa: da nessuna parte compare Opti Pobà.
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