Formazione

In Friuli nuova struttura per l’inserimento sociale

"Corte Noncello", prima gestita dalla Cooperativa Itaca, si occuperà di accoglienza e inserimento di persone con problemi di salute mentale.

di Chiara Brusini

E’ nato a Cordenons il nuovo servizio per l’inserimento sociale rivolto a persone in situazioni di sofferenza mentale. La struttura, gestita dalla Cooperativa Itaca, che fino a pochi mesi fa accoglieva persone per progetti di uscita da percorsi di dipendenza, è stata riaperta. L’Azienda sanitaria n.6 Friuli Occidentale di Pordenone ha infatti richiesto (appaltandolo) un servizio in una nuova struttura di accoglienza per persone che necessitano di riabilitazione ed accompagnamento nell’ambito della salute mentale, in un tragitto che, partendo da luoghi di elevata protezione, arrivi alla piena cittadinanza. Uno degli appartamenti che la Cooperativa Itaca gestisce in appalto a Pordenone ormai da anni ospita un gruppetto di persone che, partendo da storie difficili e sofferte, sono riuscite a costituire un gruppo di tipo familiare, dotate di un buon livello di autonomia e di relazione tra di loro. Ad esempio, nel tempo si è definito tra di loro chi fa da mangiare, chi tende al riordino, chi tiene i conti, per cui non aveva più senso che “stazionassero” in comunità, anche tenendo conto del fatto che nel territorio vi sono altre persone con esigenze di percorsi riabilitativi residenziali. Per trovare ed offire loro una soluzione abitativa adatta, sia Itaca che i colleghi del servizio pubblico hanno tentato varie strade. Ma non essendo un nucleo familiare ai fini dello stato civile, e non avendo grandi disponibilità economiche, non è stato possibile trovare soluzioni alternative ricorrendo all’affitto di una casa. Nel frattempo, Itaca si è resa disponibili a proseguire con loro un percorso, teso a sostenere e potenziare la loro autonomia ed il loro inserimento sociale. C’era la disponibilità di questa struttura (ex “Isola che non c’era”) e soprattutto degli operatori che già stanno con loro nell’attuale appartamento, e che li stanno accompagnando all’inizio di questa nuova avventura, prevedendo una presenza via via sempre minore nel tempo. E’ nato così il progetto denominato “Corte Noncello”. Perché corte si ricollega a cortile (corte dei miracoli) che fino al XVII secolo indicava il luogo in cui trovavano rifugio mendicanti, poveri e gente di malaffare. Successivamente ha invece assunto il significato di residenza e seguito relativamente a persone importanti, ed è questo il messaggio che è piaciuto. Corte Noncello vuole essere infatti uno spazio dove l’abitare coesiste con atti di più ampia socializzazione, dove transitano persone – cittadini in difficoltà, seguendo percorsi individualizzati, definiti tra gli interessati, le persone/enti di riferimento, le cooperative sociali. Accanto alla casa, inoltre, vi sono i colleghi e le strutture di due Cooperative sociali di tipo B: Coop Service Noncello, con le sue serre ed il punto vendita, e Futura, con il laboratorio grafico e la tipografia. Questo significa possibilità di avvicinamento al lavoro, che andrà concordato in modo corretto con tutti gli interessati, e comunque possibilità di movimento, di contatti interpersonali, di confronti con la ‘normalità’.


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