Mondo

In Francia il commercio equo va in crisi

Crollo del tasso di crescita delle vendite nel 2010

di Joshua Massarenti

L’undicesima edizione della Quinziaine del commercio equosolidale si apre domani all’insegna del malumore. Secondo gli ultimi dati diffusi da Max Havelaar, il tasso di crescita del commercio equo francese è calato di otto punti percentuali passando dal 13 al 5%

“La crisi fa riflettere i cittadini” ha commentato Julie Stoll, coordinatrice della Piattaforma francese per il commercio equosolidale (Pfce). “Certo, la gente aderisce sempre di più al principio dell’equità, ma questo non impedisce le tensioni sul potere d’acquisto”.

Ecco il paradosso del caso francese: le cause della crisi economica, finanziaria e alimentare suscitano molte interrogazioni tra i cittadini d’oltralpe, ma nel loro portafoglio non c’è spazio per il fair trade. Ancor più preoccupante sono i dati diffusi dall’Institut Infoscan Census IRI, un istituto che passa in rassegna le vendite dei prodotti equosolidali nei 5700 iper- e supermercati presenti sul territorio francese. Secondo lo studio di Infoscan, la vendita dei prodotti equo (caffé, cioccolata, etc.) sono addirittura calati del 2,4% nel 2010 contro una crescita dell’8% nel 2009. Per Max Havelaar il calo sale al 9,2% nella grande distribuzione, un dato negativo riequilibrato dalla crescita sorprendente delle vendite registrate presso i distributori e i ristoranti.

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