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In Florida nasce la band di sopravvissuti all’Olocausto

Un documentario del New York Times, racconta la storia della band di sopravvissuti all’Olocausto, fondata da due ultra ottantenni in Florida e del perché la musica è stata la loro chiave per sopravvivere all’orrore dei campi di sterminio

di Ottavia Spaggiari

Saul Dreier e Reuben Sosnowicz hanno rispettivamente 89 e 85 anni e un anno fa hanno lanciato il loro primo gruppo musicale: si chiama Holocaust Survivors Band, perché entrambi, oltre alla passione per la musica e ad essere entrambi ebrei polacchi, immigrati nel sud della Florida, hanno un’altra cosa in comune: sono sopravvissuti all’Olocausto. Un documentario scritto e diretto da Joshua Z Weinstein, pubblicato martedì dal New York Times, racconta la storia di questi due musicisti, diventati nell’ultimo anno, sempre più popolari a livello locale: la loro musica è richiesta a compleanni, bar-mitzvah, matrimoni, feste della città e nelle numerose case di riposo per anziani: qui, Dreier racconta, suonano soprattutto classici del passato perché, “a loro piace la musica che gli ricorda la gioventù”, sottolineando comunque, che il loro repertorio rimane vario: “Siamo la Holocaust Survivors Band e sappiamo che tipo di musica, le persone vogliono da noi”, anche se Dreier conferma che le musiche suonate dalla sua band, lo riportano indietro, alla sua vita, prima della guerra, prima dell’Olocausto.

Mentre Sosnowicz è nato a Varsavia e ha trascorso la maggior parte della guerra nascosto in una fattoria polacca, Dreier è originario di Cracovia ed ha girato diversi campi di concentramento, tra cui Plaszow, Auschwitz Mauthausen, tutta la sua famiglia è stata uccisa dai nazisti. “Quando eravamo nei campi, la sera, prima di addormentarci facevamo un po’ di musica, non avevamo strumenti, quindi usavamo cucchiai e un pezzo di legno, poi cantavamo e battevamo le mani”. Racconta Dreier e Sosnowicz conferma: “Non avevamo niente da mangiare, ma quando sentivamo la musica tornavamo a vivere, questo mi ha spinto a suonare”.

Dreier, imprenditore edile in pensione e nonno di sei nipoti, racconta di aver deciso di iniziare questo progetto l’anno scorso: “Mia moglie e il mio rabbino pensavano che fossi matto a fondare una band di sopravvissuti, per di più alla mia età”, poi però un amico lo ha messo in contatto con Sosnowicz, i due si sono trovati e, insieme a lui, musicista di professione, Dreier ha iniziato, una nuova fase della vita, quella da artista.

Ad ispirare Dreier, la morte, a 110 anni, di Alice Herz-Sommer, pianista, all’epoca la persone più anziana ad essere sopravvissuta all’Olocausto.

Alice Herz-Sommer aveva sempre attribuito alla musica la ragione per cui era riuscita a sopravvivere al campo di Theresienstadt; i nazisti organizzavano concerti per fingere, durante le visite della Croce Rossa che la situazione degli ebrei a Theresienstadt, non fosse poi così terribile. “La musica è magica”, aveva dichiarato Alice Herz-Sommer, in un’intervista. “Ci esibivamo nella sala del consiglio davanti ad un pubblico di 150 persone anziane, senza speranza, malate e affamate. Vivevano per la musica. Per loro era come cibo.”

Video: Joshua Z Weinstein, New York Times

 

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