Sostenibilità

In Europa ecologia fa rima con sicurezza

«Malgrado la crisi gli elettori se ne sono accorti: le politiche verdi sono imprescindibili». Il partito italiano? «Imploso, vittima dell'ortodossia della sinistra»

di Rose Hackman

«L’ambientalismo non è più una questione di amore verso la natura, ma di sicurezza. L’unica prospettiva possibile per avere un futuro, anche se i cittadini europei non ne comprendono l’urgenza». All’indomani del successo dei Verdi francesi alle consultazioni europee, Wolfgang Sachs, storica voce dell’ambientalismo tedesco e anima del Wuppertal Institute per il clima, l’ambiente e l’energia, avverte che è prematuro cantar vittoria: «Gli elettori riconoscono che esiste un problema “ambiente” ma, con il voto, dimostrano di avere un’altra priorità: la crisi economica».
Vita: Perché allora gli europei non votano verde in massa?
Wolfgang Sachs: Di norma ci aspettiamo che, quando un tema si impone al centro dell’attenzione pubblica, spinga il partito che l’ha sempre promosso e difeso. Nel caso dell’ambientalismo e dei Verdi, però, non sta accadendo questo. Da un lato, perché i grandi partiti hanno compreso l’importanza dell’ecologia e, da tempo, hanno intrapreso un percorso per diventare più “verdi”, come dimostrano i conservatori inglesi ma anche lo stesso partito francese di maggioranza. Dall’altro perché gli elettori, che pure capiscono quanto sia cruciale l’ambientalismo, continuano a votare per la “leadership” più forte, quella che considerano in grado di risolvere i loro problemi concreti, oggi principalmente legati alla crisi finanziaria.
Vita: Meglio allora rendere più “verdi” i grandi partiti o far uscire dalla nicchia i partiti Verdi?
Sachs: Idealmente, incoraggerei la trasformazione dei Verdi in partiti “mainstream”. Ciò può accadere facilmente in Germania, dove i Verdi sono particolarmente forti in città chiave come Berlino e Amburgo, ma non per esempio in Italia, dove i Verdi sono implosi e conviene concentrarsi nel rafforzare le politiche ambientaliste dei grandi partiti.
Vita: In gran parte d’Europa, i Verdi finora erano bollati come “treehuggers”, difensori di alberi. Il voto europeo ha dato più credibilità al movimento ambientalista?
Sachs: Come dicevo, l’ecologia non è più una questione di amore verso la natura ma di sicurezza. E i Verdi, più che “treehuggers”, vanno considerati come salvatori dell’umanità. Non esagero: la politica ambientalista oggi è cruciale. In Germania, dove i Verdi hanno fatto parte della coalizione di governo dal 1998 al 2004, gli ambientalisti non sono mai stati considerati dei matti.
Vita: Come spiega il successo dei Verdi in Paesi come la Germania e il Nord Europa rispetto, per esempio, all’Italia?
Sachs: La questione ha radici profonde. Da un lato, la Germania, come gli Stati Uniti, l’Olanda e tanti Stati scandinavi, è in gran parte un Paese protestante con un approccio al bene comune molto diverso dai Paesi cattolici dove si pensa che, grazie alla fede, ogni cosa possa essere corretta. Dall’altro, diversamente dalla Francia e dall’Italia, la Germania non ha avuto una sinistra ortodossa che ha catturato e in qualche modo soppresso il movimento verde.
Vita: Le previsioni sull’ambiente sono catastrofiche. Quali sono le priorità per affrontarle?
Sachs: Quella che oggi chiamiamo “politica verde” è l’unica prospettiva possibile puntando su una maggiore efficienza energetica per case, macchinari e tecnologia. Dobbiamo cambiare la nostra struttura energetica dal fossile al solare e rendere l’agricoltura meno dipendente dal petrolio. Bisogna spostarci, anche lentamente, verso una agricoltura meno distruttiva e biologica. L’energia va usata in maniera intelligente. Sta a noi, ovunque e in ogni settore lavorativo, fare la differenza per fermare la catastrofe ambientale.


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