Welfare

In Emilia il sovraffollamento sfiora il 200%

Presentata la Relazione 2009 relativa alla situazione penitenziaria in regione

di Benedetta Verrini

Sono 4.488 i detenuti rinchiusi negli istituti dell’Emilia Romagna, a fronte di una capienza massima di 2.408 unità. E’ il sovraffollamento il problema centrale delle carceri dell’Emilia-Romagna, con un tasso pari al 186,37%. Lo riferisce la Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna riferita all’anno 2009, appena pubblicata (e scaricabile) sul sito EmiliaRomagnaSociale. 

L’anno precedente il tasso di sofraffollamento si attestava al 179,16%. In particolare, rivela il documento, nella casa circondariale di Piacenza, nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia e nelle case di reclusione di Modena, Bologna e Ferrara, i detenuti sono più del doppio del dovuto, mentre negli altri Istituti penitenziari (Parma, Forlì, Rimini) il numero dei carcerati supera di un terzo la capienza regolamentare.

La situazione più grave permane però nel carcere di Bologna che, con una capienza consentita di 494 persone, ospita 1147 detenuti. L’Emilia-Romagna è così l’unica regione d’Italia con un dato di presenze superiore al 100% rispetto alla capienza consentita.

Aumenta, confermando un tendenza nazionale, la percentuale di detenuti stranieri, che si attesta al 53%, mentre era pari al 52% nel 2008 e al 51% nel 2007. Sono invece 159 le detenute presenti, a fronte di una capienza massima degli istituti con sezioni femminili, di 122 posti. Il 41,9% dei detenuti (pari a 1.882 persone) in Emilia-Romagna risulta condannato in via definitiva (a fronte di un dato nazionale del 51%).

Il 48% sono invece imputati in attesa di giudizio e il 10 % sono internati. Per quanto riguarda il lavoro in carcere in Emilia-Romagna il 38% dei detenuti definitivi, che corrisponde al 16% della popolazione carceraria, può beneficiare di trattamenti che prevedono corsi, attività culturali e di formazione.

La regione è agli ultimi posti in Italia anche per il rapporto tra numero di detenuti e agenti di polizia penitenziaria: gli agenti effettivamente operanti al 31 dicembre 2009 erano 1.710, mentre in pianta organica ne erano previsti 2.401, rispetto ad un organico assegnato di 1990.

Sono inoltre definite allarmanti le condizioni di vita in carcere, dove si registrano episodi di aggressioni, violenze, autolesionismi e casi di suicidio fra i detenuti, oltre che fenomeni di grave disagio tra il personale che opera negli Istituti Penitenziari.

Sul fronte dell’adozione delle misura alternative, dopo la consistente diminuzione seguita all’indulto del 2006, in Emilia-Romagna si è avuto un graduale e costante incremento dalla fine del 2006 alla fine del 2009, momento in cui i soggetti in misura alternativa in carico agli uffici di Esecuzione penale esterna risultavano 740.
Per il 2009 la programmazione ha previsto contributi ai Comuni sedi di carcere per un importo complessivo di 350 mila euro per la realizzazione di tre macro-interventi: sportello informativo per detenuti e mediazione culturale in carcere; miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e reinserimento socio-lavorativo; accoglienza e reinserimento sociale delle persone coinvolte in area penale, con particolare attenzione alle donne detenute e ai loro figli minori.  

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