Mondo

In Cina è scontro con Chiesa cattolica

E' in atto una campagna per costringere tutti i vescovi della Chiesa non ufficiale a sottomettersi al partito comunista e a non ubbidire al Papa. Preoccupazioni in Vaticano

di Paolo Manzo

Un rappresentante dell’Ufficio affari religiosi (Uar) ha negato l’arresto del vescovo Zhao Zhengdong, smentendo le accuse fatte dal Vaticano il giorno prima. Ma, rimarca l’agenzia promossa dal Pime AsiaNews, fonti locali affermano che e’ in atto una campagna per costringere tutti i vescovi della Chiesa non ufficiale a sottomettersi al partito comunista e a non ubbidire al Papa. Liu Yongqing, membro dell’Uar ha detto ieri che ”il sig. Zhao Zhengdong non e’ stato arrestato” e ha spiegato che ”il nostro ufficio organizza corsi per il clero locale e per insegnare loro la nostra politica religiosa”. La signora Liu ha aggiunto che il vescovo ha partecipato al corso ”volontariamente”. Due giorni fa la Santa sede aveva espresso ”profondo dolore” per l’arresto di mons. Zhao Zhengdong. L’84enne vescovo era stato ”preso in custodia” dalla polizia e non si conosceva il suo luogo di detenzione. Il Vaticano si era detto preoccupato anche per l’arresto di altri due vescovi della Chiesa sotterranea, mons. Jia Zhiguo, vescovo di Zhengding, arrestato dal 13 al 18 giugno e per mons. Leo Yaoliang, vescovo coadiutore di Xiwanzi, in arresto dal 2 giugno al 12 giugno. Il 13 giugno era stato arrestato anche il trappista Placido Pei Ronggui, rilasciato il 18 giugno. Il Vaticano aveva definito tutte queste misure coercitive ”inconcepibili in uno Stato di diritto”; esse ”contravvengono a quei diritti della persona, in particolare a quello della liberta’ religiosa, che sono sanciti in numerosi documenti internazionali, sottoscritti anche dalla Repubblica Popolare Cinese”. Secondo l’Uar il vescovo e’ tornato nella sua chiesa a Shangyingzhuang. Anche la polizia del luogo ha negato di aver detenuto il vescovo con la forza. Secondo fonti cinesi di AsiaNews queste custodie ”volontarie” sono in realta’ rapimenti di persone inermi che mirano a convincere vescovi e sacerdoti della Chiesa sotterranea a entrare nell’Associazione patriottica, l’organizzazione che controlla la Chiesa cattolica in Cina. L’agenzia ha ricostruito un dialogo realmente avvenuto di come avvenga una proposta di vita nell’ufficialita’ (senza piu’ nascondersi, tranquillita’, aiuti economici), in cambio di una ”risposta ‘saggia’ di sottomissione al governo”. I membri della sicurezza domandano al vescovo: ”a chi ubbidisci? Al governo di Pechino o al Papa?”. Il vescovo risponde: ”io obbedisco a tutti e due”. Risposta: ”No, devi dirmi chi viene per primo, il governo o il Papa”. Il vescovo precisa: ”Nelle questioni di fede rispondo al Papa, nella societa’ rispondo al governo”. Le autorita’: ”Questo non e’ accettabile. Siccome la tua chiesa e’ in Cina, tu devi obbedire anzitutto al governo”. Dal 2000 il controllo del governo si e’ accresciuto anche verso la Chiesa ufficiale riconosciuta. Piu’ dell’80% dei vescovi nominati da Pechino hanno in questi anni chiesto il segreto riconoscimento e la riconciliazione con la Santa Sede, bollando come inutile il tentativo del partito comunista di costruire una Chiesa nazionale in Cina. Seminaristi, sacerdoti e vescovi della chiesa ufficiale, in vari momenti dell’anno sono sottoposti a mesi di ”aggiornamento” sulla politica religiosa del governo. Nei lunghi mesi di sessioni politiche si danno lezioni di marxismo e si predica l’importanza la leadership incontrastata del Partito comunista cinese.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA