Aperti per ferie

In Calabria il sociale dà sollievo alle famiglie

Siamo arrivati all'ultima tappa del nostro viaggio nell'Italia del volontariato e del Terzo settore che anche ad agosto non si ferma per rispondere ai bisogni dei minori, dei ragazzi con disabilità come la cooperative "Rose Blu" di Villa San Giovanni (Rc). Continuano anche i servizi di welfare comunitario nei quartieri difficili di Reggio Calabria

di Gilda Sciortino

Ci occupiamo del presente dei nostri ragazzi guardando al dopo di noi

— Domenico Barresi

«Non ci sono dubbi, non chiudiamo. L’estate rimaniamo aperti. Con che cuore potremmo dire ai genitori dei nostri ragazzi che in estate ci devono pensare loro ai loro figli?».

I ragazzi di cui parla Domenico Barresi non appartengono alle fasce di minori o adolescenti, ma sono i 12 adulti con disabilità psichica e motoria del centro diurno per persone con disabilità che la cooperativa “Rose Blu” da lui presieduta gestisce a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Una struttura operativa 24 ore su 24 per garantire ai suoi ospiti la possibilità essere seguiti, assistiti e aiutati nel loro percorso di acquisizione dell’autonomia.

Andando al mare ci si sente più affettuosi (foto. cooperativa “Rose Blu”)

«La nostra fortuna», dice Barresi «è che siamo vicinissimi al mare, quindi portiamo i nostri 12 ospiti a trascorrere le loro mattinate divertendosi a fare i castelli di sabbia. Non immaginate la gioia che si legge nei loro occhi quando sono in acqua dove diventano piccoli delfini. Ovviamente continuiamo a offrire loro laboratori di mantenimenti scolastico, ceramica e musica. A settembre, invece, li porteremo in montagna sull’Aspromonte.  Proponiamo loro tutto quello che li tiene vivi».

Un luogo, il centro diurno di “Rose Blu”, nel quale l’allegria non manca mai, dove si costruisce insieme la quotidianità, ma in cui si guarda anche al futuro. Sono, infatti, in corso i lavori per la costruzione di una struttura per il “dopo di noi”. Un bene confiscato che la cooperativa ha avuto assegnato e che dovrebbe nascere anche grazie ai fondi del Pnrr.

Siamo l’unico centro nel quale le famiglie non pagano

Se parliamo di beni confiscati in via Emilio Cuzzocrea, a Reggio Calabria, varcando la soglia di Samarcanda entri a fare parte di un mondo pieno di colori, nel quale l’energia degli operatori irradia ovunque contagiando i più piccoli.

«È ovvio che proprio in estate non possiamo girarci e dimenticarci dei nostri bambini», afferma Claudia Foti, presidente del circolo Arci di Reggio che gestisce il centro di aggregazione. «Ogni mattina qui si sentono le grida festose di una trentina di bambini dai 6 ai 12 anni che aiutiamo a fare i compiti alternandoli alle attività ludiche e di animazione. La nostra è una struttura condivisa con tutte quelle associazioni che non hanno bisogno di una sede per qualche riunione o per attività da protrarre nel tempo. Questo fa in modo che non ci ai annoi mai. Consideriamo che, rispetto ai bambini, siano l’unico centro aggregativo che non fa pagare nulla e in questo periodo, ma non solo, non è da sottovalutare. Siamo contenti di essere di aiuto alle famiglie».

Con il CareLab la medicina è di prossimità

Certamente un sollievo per le famiglie sapere anche che nell’estate calabrese non si ferma l’assistenza a un altro genere di fragilità.

«Il periodo di maggiore necessità per i nostri utenti seguiti a domicilio è proprio questo», spiega Giuseppe Carrozza, direttore del Consorzio Macramè . «quindi le ferie per i nostri operatori diciamo che non esistono. I servizi socio assistenziali non sono una catena di montaggio, si fondano sulle relazioni che non possiamo spezzare».

È ad Arghillà, quartiere difficile di Reggio Calabria che il Consorzio gestisce il CareLab, servizio che nasce per potenziare servizi di welfare comunitario e reti di mutuo aiuto. Partner l’Associazione Calabrese di Epatologia Onlus – Ace  di medici volontari che realizza progetti di ricerca epidemiologica. Ad avere garantito l’accesso alle cure primarie sono 450 cittadini residenti fragili,  presi in carico per diffondere la pratica della prevenzione e i servizi a “bassa soglia”. Un progetto che nasce con il Covid per supportare la comunità di Arghillà avviando un percorso di rigenerazione dei territori e della comunità

«Neanche l’ambulatorio può staccare in estate», conclude Carrozza «perché il bisogno non va in vacanza. Ci siamo e ci saremo. Sempre».

Nella foto di apertura: i bambini del centro aggregativo Samarcanda (foto: Arci Calabria)

Per leggere le tappe precedenti:

1 – La Milano che non si ferma mai è quella del volontariato
2 – Padova, la mensa dei poveri, la tengono aperta i ragazzi
3 – A Roma la scuola della pace (e degli abbracci) che non chiude mai
4 – Sardegna, la fame non va in vacanza
5 – Sicilia, l’accoglienza che si fa casa


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