Politica

In Calabria come a Oxford

Seguire l’esempio inglese e far diventare L’Università volano di sviluppo del territorio: Per il sociologo Tonino Perna bisogna investire sulla ricerca applicata.

di Carlotta Jesi

«L?aiuto più efficace che si può dare alla Calabria è un budget da investire sulla ricerca applicata delle sue università». Tonino Perna, docente di Sociologia economica a Messina, ne è convito per due motivi. Il primo è che dalle aule universitarie emerge l?unico dato positivo sui giovani della regione: la più alta percentuale di ragazzi tra i 18 e i 32 anni che si laurea in Italia. Il secondo riguarda invece le prospettive di occupazione nell?unica regione del Paese senza un?industria con più di 500 addetti: «Con un capitale umano forte e un sistema industriale debole, investire sui centri di eccellenza dei nostri atenei e sulla ricerca scientifica come specializzazione della regione, è una mossa strategica». Qualcosa di simile è accaduto in Inghilterra, nel cosiddetto Oxbridge, dal nome delle università di Oxford e Cambridge, straordinari volani di sviluppo sociale ed economico. Studium: Che tipo di ricerca si svolge oggi negli atenei calabresi? Tonino Perna: Siamo all?avanguardia nel tema delle energie rinnovabili e di materiali per la bioarchitettura. Fare ricerca applicata su questi temi significa produrre beni ad alto valore aggiunto per la società. Ma strategico è anche il campo dell?agricoltura: in questo momento, per esempio, stiamo facendo ricerca sul bergamotto, un frutto che in Italia si produce solo a Reggio Calabria e che è usato come base per tutti i profumi del mondo. Studium: Lo sviluppo sociale ed economico della regione si scontra con il problema illegalità. L?università può rivelarsi strategica anche su questo fronte? Perna: Soprattutto su questo fronte. Accanto a una repressione della criminalità organizzata da parte dello Stato, che ci auguriamo arrivi presto, bisogna combattere il veleno che si insinua nella zona grigia della criminalità spicciola creando un?altra economia, eticamente orientata, che offra delle alternative. Oggi anche il figlio del mafioso va all?università, la sfida è offrirgli degli sbocchi alternativi. E i centri di eccellenza, anche fuori dall?università, sono un?alternativa. Studium: Esistono anche altre alternative? Perna: Quelle che gli atenei creano facendo rete con la società civile locale che, negli ultimi anni, si è molto sviluppata. Penso, per esempio, all?impatto che possiamo avere sul nostro territorio formato, per l?80%, da colline e da montagne che hanno subìto un progressivo processo di spopolamento. In queste aree la criminalità ha trovato e trova terreno fertile perché diventa l?unica forma di presenza sociale. Studium: Come può intervenire l?università? Perna: Come ha fatto all?interno del Parco nazionale dell?Aspromonte, di cui sono stato presidente per cinque anni. Attraverso la collaborazione con ong e associazioni, abbiamo creato dei centri di studio in zone remote: un master di giornalismo ambientale a Città Nova, un?accademia di musica a Gerace e poi gli stage del master per la cooperazione internazionale delle università milanesi che portavano a Bovi i ragazzi interessati a lanciare progetti di sviluppo locale in Italia, prima di partire per i Paesi in via di sviluppo. Sono esperienze che hanno avuto un grande successo: trasferire i saperi e le attività di ricerche in aree interne escluse dalle rotte turistiche ha creato un circuito virtuoso di cui ha beneficiato anche l?economia locale. E ha contribuito a cambiare l?immagine della Calabria che tanti stranieri avevano. Studium: Ci sono studenti stranieri negli atenei calabresi? Perna: Dai cinesi ai greci, dai ragazzi dell?Est europeo a quelli dei Paesi africani. L?università di Reggio Calabria, che si è data il nome di ?mediterranea?, in particolare funziona da ponte verso i Paesi poveri. Poi c?è la Dante Alighieri, terzo istituto per stranieri del Paese dopo Perugia e Siena: forma insegnanti di italiano, ma è frequentata anche da cantanti lirici e da chi si prepara alla carriera diplomatica. Studium: Cosa attira in Calabria gli studenti di altri Paesi? Perna: La ricerca sulle energie rinnovabili, i corsi di architettura, l?attenzione rivolta allo sviluppo sostenibile delle coste e, in generale, del turismo. E poi i nostri Campus, come quello di Arcavacata dove studiano, e in parte vivono, 35mila studenti. Una città.


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