Welfare

In attesa della sentenza europea, rimosso il capo del Dap

Il ministro Andrea Orlando toglie a sorpresa dall'incarico Giovanni Tamburino lasciando la poltrona vacante. A giorni si attende la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'adeguamento dei nostri istituti di pena dopo la sentenza Torreggiani

di Daniele Biella

Niente sarà come prima nel mondo del carcere: comunque vada, nelle prossime settimane si profila un cambiamento epocale. Tarda ad arrivare la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo sul fatto che l'Italia abbia accolto o meno le richieste in merito alla sentenza Torreggiani (vedi articoli a lato) sulle condizioni di vita "inumane e degradanti" nelle nostre carceri, prevista per ieri, ma un nuovo vento si è già iniziato a respirare fra i corridoi del Dap, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. "Ho revocato l'incarico al capo del dipartimento Giovanni Tamburino", riporta il ministro alla Giustizia Andrea Orlando, spiegandone i motivi durante un'intervista per il manifesto: "Finora, con un'emergenza da affrontare, non si poteva parlare di organigrammi, ma ora vorrei anche legare l'assetto del Dap alla nuova fase e per questo ho bisogno di un tavolo sgombro. Voglio riservarmi qualche giorno per ragionare e verificare tra le diverse soluzioni possibili".

In attesa di sapere chi succederà a Tamburino ma non solo ("Penso ad un riassetto complessivo e completamente diverso dell'amministrazione penitenziaria, che va innervata anche di figure provenienti da altri percorsi", specifica Orlando, che parla di "riforma totale" dell'apparato), sono tante le questioni aperte: il sovraffollamento che è in diminuzione ma ancora ad alti livelli, le ripercussioni dopo la definitiva 'rottamazione' odierna della Fini-Giovanardi sulle droghe, l'ampliamento degli istituti (argomenti anticipati a Vita.it dal vicecapo del Dap Luigi Pagano, vedi link a lato), la richesta di indulto da vasta parte del mondo politico e associazionistico sono alcune di esse.

Sempre per quanto riguarda le associazioni di volontariato che gravitano attorno al mondo del carcere, novità in vista: "Ho spinto perché ci fosse la massima trasparenza nella diffusione delle informazioni. E anche l'iniziativa del data base va esattamente in questa direzione: non più solo dati aggregati nazionali o una fonte unica centrale che dirama informazioni, ma dati, qualitativi e non solo quantitativi, da ogni singolo istituto. Questo aiuta anche chi fa volontariato ad ottenere informazioni ed, eventualmente, a sindacarle", risponde il ministro alla domanda della giornalista che chiedeva perchè facesse "così paura l'attività delle associazioni 'terze'" come l'Osservatorio Antigone.


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