Formazione

In arrivo un nuovo TFA da 29mila posti

Il ministro Carrozza lo ha annunciato ieri alla Camera. Ha anche ribadito il fatto che il limite del 30% di alunni non italiani è indicativo e non comprende chi parla bene l'italiano

di Sara De Carli

Tornano le polemiche sulle “quote” di immigrati in classe. A rispolverare la questione del tetto, inserito dall’allora ministro Gelmini nel gennaio 2010, ci ha pensato ieri l’onorevole Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia), in un Question Time della Camera. Rampelli ha ricordato come a fronte di una circolare che «sancsce una percentuale massima di presenza di bambini stranieri all'interno degli istituti scolastici stabilita nella misura del 30%, oggi, invece, abbiamo un incremento esponenziale di bambini stranieri, più 25 per cento in alcune scuole, addirittura ci sono 415 istituti scolastici dove i bambini italiani sono minoranza».

 

Il ministro Carrozza ha rassicurato sul fatto che la circolare è applicata, precisando però che «l'obiettivo perseguito dal Ministero, anche con la circolare in questione, non è quello di limitare semplicemente la presenza di alunni stranieri ma di favorire il diritto allo studio, l'integrazione e il successo del percorso formativo. Il diritto allo studio nella mia visione prescinde dall'origine geografica, dalla etnia e dalla nazionalità». Quindi il ministro ha ribadito – lo aveva già precisato lo stesso ministro Gelmini che gli alunni con cittadinanza non italiana ma nati in Italia e che quindi conoscono bene l’italiano vanno esclusi dal conto e dicendo che in quell’anno il tetto del 30% avrebbe quindi riguardato meno del 2% delle scuole – che «il limite del 30 per cento degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli iscritti è un criterio tendenziale e indicativo, che può ben tollerare eccezioni, giustificate dalla presenza di alunni stranieri in possesso di adeguate competenze linguistiche, dalla disponibilità di risorse professionali e strutture di supporto anche esterne alla scuola, da ragioni di continuità didattica per classi costituite negli anni precedenti o [sic!] da stati di necessità provocati dall'oggettiva assenza di soluzioni alternative».

TFA ORDINARIO
Nello stesso Question Time il Ministro Carrozza ha anche annunciato un prossimo bando per oltre 29mila posti per il TFA ordinario, spiegando di aver già inoltrato apposita richiesta al Ministro dell'economia e delle finanze e al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il ministro rispondeva a un’interrogazione dell’onorevole Milena Santerini, che chiedeva come si pensava di garantire parità di trattamento tra i docenti che hanno seguito il TFA ordinario (circa 11mila giovani laureati) e quelli che stanno facendo il TFA speciale (che saranno molti di più), dal momento che tutti potranno accedere alla stessa seconda fascia delle graduatorie. 

 

Per il ministro si tratta di «due distinte categorie di aspiranti docenti, gli uni e gli altri meritevoli. I primi per avere superato una difficile selezione; i secondi, per avere insegnato nelle scuole senza garanzie di stabilità nel posto consentendo il regolare svolgimento del servizio scolastico»: per la situazione attuale «il Ministero non può eliminare le innegabili differenze tra le diverse categorie di abilitati, ma si adopererà per soddisfare tutte le giuste aspettative attraverso un regolare processo di reclutamento». La soluzione infatti, ha detto il Ministro – è solo «un ordinato e costante processo di reclutamento che assicuri la regolarità delle abilitazioni e dei concorsi. È in questo senso che si rivolge il mio impegno».
 

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