Migrazioni
In arrivo 97 rifugiati dai campi di detenzione della Libia. Saranno 1500 in 3 anni
Arriveranno domani, 5 marzo, 97 rifugiati evacuati dai campi di detenzione della Libia. Il loro arrivo in Italia è reso possibile dal protocollo firmato lo scorso dicembre da Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, UNHCR - Agenzia ONU per i Rifugiati, Arci, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e INMP, che permetterà a 1500 rifugiati e persone, che necessitano di protezione internazionale, di essere evacuati dalla Libia all’Italia nell’arco di tre anni
Arriveranno domani, 5 marzo, 97 rifugiati evacuati dai campi di detenzione della Libia, dove sono stati vittime di torture e altri gravi maltrattamenti. Tra di loro anche alcune persone particolarmente fragili dal punto di vista sanitario. Provenienti dai diversi paesi africani (Eritrea, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan e Sud Sudan), dalla Palestina e dalla Siria, i rifugiati verranno ospitati in diverse regioni italiane e, secondo il modello consolidato dei corridoi umanitari, subito avviati verso l’integrazione: per i minori, grazie alla scuola, e per gli adulti, grazie all’apprendimento della lingua italiana e all’inserimento nel mondo lavorativo.
Il loro arrivo in Italia è reso possibile dal protocollo firmato lo scorso dicembre da Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati, Arci, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e INMP, che permetterà a 1500 rifugiati e persone, che necessitano di protezione internazionale, di essere evacuati dalla Libia all’Italia nell’arco di tre anni.
Delle 1.500 persone che arriveranno 600 saranno trasferite in strutture del Sistema accoglienza integrazione (Sai), a carico del Ministero dell’Interno, mentre 900 saranno accolte dalle associazioni secondo il modello dei corridoi umanitari e distribuite in tutto il territorio nazionale: 400 dalla Comunità di Sant’Egidio, 300 dall’Arci – grazie al supporto dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – e 200 dalla Federazione delle Chiese Evangeliche.
Al posto di investire in canali sicuri, sia per far fronte ad emergenze umanitarie, che per assicurare una mobilità sostenibile ed equa, l’accordo legalizzerà le violente prassi di confinamento già in essere, aumentando la detenzione di massa e gli hotspot ai confini dei paesi frontalieri, e investendo sempre di più in accordi con i paesi di origine e transito dei migranti per evitare le partenze e contenere la migrazione.
Foto di Markus Spiske by Unsplash
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