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In Albania torna la paura, le suore invocano la pace

Un ricordo di padre Ernesto Santucci, apostolo della carità nel paese delle Aquile

di Redazione

Vi chiediamo ospitalità, in queste ore nuovamente tragiche, per ricordare un grande amico e fratello ora che ci ha dovuto lasciare per tornare in Italia. Vogliamo ricordarlo come esempio anche per tutti i vostri lettori e tramite voi salutarlo, sappiamo che vi legge. Erano giorni difficili per l?Albania. Una crisi generale: politica, economica, morale e sociale avevano invaso il Paese. Si vivevano giorni di grande cambiamento e, mentre la lotta per il potere si faceva più forte, la condizione economica del Paese era completamente paralizzata. La violenza e la mancanza di sicurezza regnavano ovunque fiaccando lo spirito di molti. Anche Gramez, piccolo villaggio di periferia nel distretto di Kruja, viveva nel caos come il resto dell?Albania. In quella situazione, nel non lontano 1995 un messaggero di pace giunse sino a noi: era il revendo padre Ernesto Santucci. Appena incontrato l?abbiamo salutato cordialmente come si fa tra vecchi amici. Presto abbiamo compreso che, senza conoscerci, facevamo parte della sua vita e del suo cuore di Padre, tenero e amoroso, soffriva e si preoccupava dei tanti figli che il Signore gli aveva donato nella martoriata terra d?Albania. Il suo arrivo in mezzo a noi fu come quello del padre buono che ritrova i suoi figli perduti. Chi poteva pensare allora quali profonde tracce avrebbe lasciato nei nostri cuori? I capelli grigi di padre Santucci mostravano chiaramente la sua età matura, ma il suo spirito era più che giovane. Egli è stato per noi come un oceano di bontà: viveva come nessun altro le preoccupazioni di tutti. Aiutava i malati e i bisognosi, era sempre disponibile. Chi di noi non aveva bisogno della sua parola che era sempre una fonte di speranza? La parola di Dio comunicataci attraverso la sua predicazione, riscaldava i nostri cuori che erano immersi nel freddo inverno dell?odio, della vendetta e della morte. Al loro posto padre Santucci fece fiorire l?amore, il perdono e la vita. Coloro che lo hanno conosciuto da vicino sono stati fortunati e hanno imparato come mettersi al servizio degli altri per il bene comune. Segno della sua presenza tra noi è la chiesa che è stata costruita al centro del nostro villaggio. Ma padre Santucci, prima di costruire una chiesa di mattoni, si preoccupò di far crescere la chiesa viva fatta da tutti noi battezzati. Non possiamo dimenticare le prime SS. Messe celebrate sotto la pioggia e il vento, congelati per troppo freddo. A causa della nostra cecità, altri capelli grigi si sono aggiunti sul suo capo; infatti, quante preoccupazioni non gli abbiamo dato, che lui ha cercato sempre di affrontare e di risolvere? Allo scoppiar della rivolta del ?97 quando tutto a un tratto la morte si misi ad aleggiare ovunque, l?Albania ha dovuto soffrire la perdita di molti tra coloro che si trovavano qui per aiutarci. Lui fu tra i pochi coraggiosi che, da vero padre, ha preferito rischiare la vita, piuttosto che abbandonarci. Caro padre, ci manchi e ti auguriamo una lunga e felice vita da spendere ancora per il bene di tutti i fratelli. Suore Cappuccine di Gramez (Albania)


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