Mondo

In Africa è allarme meningite

Migliaia di persone rischiano la morte per un nuovo ceppo. E i vaccini costano troppo, denucia a Ginevra Bernard Pécoul di Medici senza frontiere

di Carlotta Jesi

«Migliaia di persone rischiano di morire per un nuovo ceppo di meningite in Africa nei prossimi mesi se non avranno accesso al vaccino usato normalmente in Occidente». È l’allarmante denuncia fatta oggi a Ginevra da Bernard Pécoul, direttore della campagna per l’accesso ai farmaci essenziali nei Paesi poveri di Medici Senza Frontiere. La meningite, spiega Pécoul, uccide circa 25 mila persone ogni anno nei Paesi africani compresi fra il Senegal e l’Etiopia colpiti dall’epidemia. Ma quest’anno il numero delle vittime rischia di essere molto maggiore perché è stato scoperto un nuovo ceppo della malattia, il W135. «Tra febbraio e maggio», spiega Pécoul, «in Burkina Faso abbiamo scoperto che il nostro vaccino non era più efficace a curare un nuovo ceppo di meningite che ha infettato 13 mila persone e fatto 1,400 vittime. Corriamo il grosso rischio che il W135 si espanda ai Paesi circostanti nella prossima stagione epidemica che inizierà a novembre». Come evitare un’altra moria? I vaccini usati oggi in Africa non coprono questo nuovo ceppo dell’epidemia, denuncia Msf. «Un prodotto che potrebbe curare la malattia esiste», spiega Pécoul, «ma solo sui mercati occidentali, e quindi con prezzi inavvicinabili per i malati africani. L’ennesimo esempio dei doppi standard esistenti nel settore sanitario: migliaia di poveri malati non possono curarsi, ma gli occidentali vengono vaccinati non appena si scopre anche un solo caso di meningite nei loro Paesi». Per il direttore della campagna di Msf, esistono due soluzioni al problema, ma per il momento è mancata la volontà politica di metterle in pratica. «La prima è di abbassare i prezzi del vaccino con cui vengono regolarmente immunizzati i viaggiatori occidentali e i pellegrini che vanno alla Mecca fino a meno di 1 dollaro al giorno per dose. Ma le aziende che lo producono, Aventis e Glaxo Smith Kline, non scendono sotto i 3,5 dollari. La seconda soluzione sarebbe di produrre un vaccino apposta per l’Africa. Ma, appunto, ci vuole la volontà politica per farlo». Medici Senza Frontiere, che la prossima settimana andrà in Burkina Faso per decidere come affrontare l’emergenza, chiede un immediato intervento dell’Organizzazione mondiale della salute e delle aziende farmaceutiche Per maggiori informazioni: www.msf.it


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