Mondo

In Africa anche il calcio è giù di media

La Can 2004. La coppa si è conclusa con poche stelle e tante grandi squadre in difficoltà. Senegal e Camerun si sono perse per strada. Campioni se ne sono visti pochi...

di Joshua Massarenti

Alla vigilia della sua partenza per gli Stati Uniti, il presidente della Repubblica tunisina, Zine El Abidine Ben Alì poteva ritenersi soddisfatto. Sotto i suoi propri occhi, le Aquile di Cartagine hanno conquistato per la prima volta nella loro storia una Coppa d?Africa delle Nazioni (Can). Una nazione intera si è riversata nelle strade delle principali città tunisine per festeggiare una vittoria senza precedenti, resa ancor più soave dal fatto che questa XXIV edizione si è svolta proprio in territorio tunisino.
Per le autorità politiche, questo trionfo ha un alto valore aggiunto in vista dei Mondiali 2010, che si terranno nel continente africano. Anche se molto probabilmente la Tunisia (in partenariato con la Libia) non ce la farà a spuntarla su concorrenti molto agguerriti come il Sudafrica e soprattutto il Marocco, sconfitto in finale proprio dai padroni di casa, ma ritenuto il grande favorito per ospitare i primi Mondiali africani.
Per quanto ci riguarda, le ambizioni tunisine costituiscono un pretesto per fare un bilancio di questa Coppa d?Africa, in particolar modo nei suoi risvolti organizzativi e sociali più oscuri, spesso ignorati dagli oltre mille giornalisti e fotoreporter presenti in Tunisia tra il 24 gennaio e il 15 febbraio scorso. A detta di Issa Hayatou, il presidente della Confederazione di calcio africano (Caf), la Can2004 è stato un successo totale. “Tanti goal, grande spettacolo e un?organizzazione perfetta”. O quasi.
Certo, la Tunisia è ormai abituata ad ospitare manifestazioni di grande respiro internazionale. Vedi il Summit mediterraneo organizzato nel dicembre scorso, oppure quello della Lega araba che si svolgerà in marzo. Sul piano infrastrutturale, il Paese ha offerto ampie garanzie, a partire dallo Stadio 7 novembre (in riferimento, guarda caso, al giorno in cui Ben Alì prese nell?87 il potere con un colpo di Stato ai danni di un quasi defunto Bourghiba), un gioiello di architettura sportiva.
E proprio nello stadio di Radès, periferia sud di Tunisi, è iniziata nel miglior dei modi la Can2004 con una serata d?inaugurazione resa “memorabile”, secondo gli addetti ai lavori, da scenografie e fuochi d?artificio spettacolari.
Ma a questo botto iniziale sono susseguiti i primi problemi. Come, ad esempio, la bassa affluenza degli spettatori verificatasi per le partite (in apparenza) meno attraenti della manifestazione.

Senegal addio
Di certo, a queste problematiche il mondo del calcio africano non ha prestato grande attenzione. Per calciatori e dirigenti sportivi, la posta in gioco era di ben altra fattura, ovvero raggiungere gli obiettivi prefissati alla vigilia di questa Can2004.
Per Senegal e Camerun si è trattato di un autentico fiasco causato da un collettivo frantumato da interessi personali e da allenatori di pessimo rilievo. Per altre nazionali come la Repubblica democratica del Congo, il fallimento della spedizione tunisina va attribuito a una dirigenza corrotta quanto incompetente, che ben riassume lo stato inquietante in cui versano alcune federazioni calcistiche africane di Paesi in preda a guerre civili.
Assieme alle squadre meno blasonate, una maggioranza di giocatori è rimasta nella più completa oscurità mediatica. Un?oscurità che nella nostra penisola ha preso proporzioni drammatiche con giornalisti italiani totalmente assenti in Tunisia. Forse avranno prestato fede alle parole espresse poche settimane fa da un esperto del calcio qual è Platini, secondo il quale “gli africani hanno un ritardo evidente nel calcio così come ce l?hanno con il Prodotto interno lordo”.

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