Mentre di giorno Roma si riempie di pellegrini per il grande Giubileo, di notte da sempre migliaia di homeless vivono sdraiati al freddo con il riparo di una coperta o dei un cartone. Quantificare con precisione il numero dei senza tetto non è facile: secondo il rapporto annuale della Caritas sul disagio e la povertà a Roma, sono oltre 2000 ma la cifra è purtroppo in aumento; altre stime, che comprendono anche gli immigrati senza casa, fanno lievitare il numero a 5000/6000. La stazione Termini è il luogo con più persone accampate: oltre 400, ma anche le altre stazioni sono frequentate: alla stazione Ostiense dormono 200 disagiati e anche la Tiburtina di sera è presa d?assalto. Le basiliche e gli altri luoghi sacri nella notte diventano all?esterno rifugio per i senza casa: i volontari che d?inverno provvedono a portare minestre e cappuccini sanno che sotto i colonnati di San Pietro e Santa Maria Maggiore troivano sempre decine di immigrati. Forse per molti dei senza casa che la notte vivono per strada il Giubileo è un ulteriore handicap, perché ronde notturne li allontanano dalle chiese considerandoli elementi di disturbo. Ma l?Anno Santo non esiste anche per i barboni? Un popolo di giovani (la Commissione sulla povertà del comune di Roma nel ?95 scoprì che il 76% di loro ha meno di 54 anni), istruiti (il 24,3% è diplomato e il 2,4% laureato) che mantengono un rapporto conflittuale con la società: un clochard su due non intende avvalersi dei servizi sanitari mentre molti altri non sanno come accedervi, o vi ricorrono solo in caso di estrema necessità. Di qui gli episodi tragici, come il barbone morto di freddo in una macchina la notte della vigilia di Natale. Proprio per facilitare l?acquisizione della tessera sanitaria il comune di Roma ha consentito ai senza tetto di acquisire la residenza presso una realtà del privato sociale.
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