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In 150 a bordo dell’Alan Kurdi, in pericolo altra imbarcazione con più di 80 migranti

Dopo gli spari da parte di una motovedetta libica e il soccorso di 68 persone, la nave della Ong tedesca ha soccorso altre 82 persone. A bordo sono in 150, tra cui minori e una donna in cinta. E un'altra imbarcazione con 80 persone ha lanciato l'Sos ed è in pericolo. La Ong: "nessuno va lasciato indietro, anche loro vanno salvati". Attacco ad ospedale anti Covid a Tripoli

di Alessandro Puglia

La Alan Kurdi, unica nave della società civile nel Mediterraneo Centrale, continua a soccorrere migranti in pericolo di vita dopo il violento attacco di una motovedetta libica durante il soccorso di 68 persone.

La motovedetta libica appartenente alla milizia Gacs, riconducibile al Ministero dell’Interno libico e facente parte della cosidetta guardia costiera libica, ha sparato in aria non appena sono iniziati i soccorsi da parte della Ong tedesca. I migranti si sono gettati in acqua, ma l’equipaggio è riuscito a salvare tutte le persone in pericolo di vita.

L’Alan Kurdi ha continuato i soccorsi e ha ricevuto un altro allarme da Alarm Phone su una seconda imbarcazione con 82 persone a bordo. Sul luogo si trovava, come riferisce l’Ong, la nave italiana Asso Ventinove che si è rifiutata di soccorrere i migranti. A intervenire è stata la Alan Kurdi che ora ha a bordo 150 persone, tra cui minori e una donna in stato di gravidanza.

Ma la preoccupazione è ora per una terza imbarcazione con cui Alarm Phone è rimasta in contatto tutta la notte. Sono 80 persone e anche loro devono essere salvate. L’appello della Ong all’Italia e a Malta:«non giratevi dall’altra parte».

Intanto come riferisce l'Oim l'ospedale di Al Khadra a Tripoli utilizzato per contenere l'emergenza Coronavirus ha subito un attacco armato, un uomo è rimasto ferito e tutte le apparecchiature mediche sono andate distrutte.

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