Il 6 Aprile scorso avevo dedicato un post alla tragica contabilità dei primi giorni di Aprile riguardo i migranti che attraversano il Canale si Sicilia. “In soli 10 giorni”, scrivevo, “la macabra e approssimativa contabilità del Mare monstrum ci dice che ci sono stati circa 100 morti, i dispersi sono circa 500. In 10 giorni sono già numeri superiori a quelli di tutto il 2010! Lo scorso anno, il 2010, nel Canale di Sicilia persero la vita 49 profughi in fuga dall’Africa, di altri 376 non se ne seppe più nulla e ufficialmente compaiono nella colonna dispersi”.
Ebbene, quella tragica e pur recente contabilità si deve riaggiornare di giorno in giorno nell’indifferenza dei più. Lo facciamo.
Due migranti sono morti stamattina a Pantelleria, durante l’ennesimo tragico sbarco sulle coste siciliane. Le vittime sono due donne. Erano a bordo di un barcone di una decina di metri che trasportava centinaia di persone e che si è incagliato contro gli scogli di località Arenella. Si tratta di un vecchio peschereccio con 250 profughi, quasi certamente partito dalla Libia. Gli immigrati si sono lanciati in mare, raggiungendo a nuoto la riva ma le condizioni meteo nel Canale di Sicilia con il mare in burrasca hanno fatto affogare 2 donne. Il il procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa, che coordina l’inchiesta sulla tragedia, ha però aggiunto «Mi è stato detto che le vittime sono quattro e non due, sicuramente possiamo già contare un disperso».
Un altro naufragio, però, avvenuto nel Canale di Sicilia avrebbe provocato la morte di 65 profughi partiti dalla Libia. Lo sostiene Don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo presidente dell’agenzia Habeshia che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo, che ha raccolto oggi telefonicamente la testimonianza di 7 superstiti della tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia circa due settimane fa. I sopravvissuti, che dicono di essersi salvati aggrappandosi al relitto del gommone, sono stati sospinti dalla corrente verso le coste libiche, da dove erano partiti il 25 marzo scorso. Da lì si sono messi in contatto con don Mosè, che il 26 aveva ricevuto l’Sos lanciato dai migranti attraverso un telefono satellitare. In quel momento il battello, in avaria, era stato localizzato a 60 miglia dalla
Libia.
I naufraghi hanno raccontato al sacerdote di aver incrociato navi da guerra e anche un elicottero che avrebbe lanciato loro acqua. “A quel punto – dice Don Mosè – si sarebbero aspettati l’arrivo dei soccorritori. ma non è accaduto nulla. In quei giorni ho provato a chiamare la base Nato di Napoli, per avvertirli di quanto stava accadendo, ma non ho avuto risposte”.
Se don Mosé Zerai avesse ragione le vittime in soli quindi giorni e nel solo Canale di Sicilia, salirebbero a 165 e i dispersi supererebbero i 500. Una vera strage in sole due settimane.
Ebbene di fronte a questa strage non possiamo non sottolineare che siamo al 32 giorno di bombardamenti, tra le 30 e le 50 incursioni al giorno con i relativi sganci bombe più o meno chirurgiche. Ebbene dopo tanto stupido sperco, che è tra le cause della migrazione dei tunisini (150mila dalla Libia verso il proprio Paese e 50mila dal proprio Paese verso l’Europa) l’Onu non ha ancora preso una decisione in merito a una seria iniziativa umanitaria8ma l’Unhcr che fa? perchè sta zitta?)! E l’Europa, per bocca dell’ineffabile Catherine Ashton, si dice pronta ad aiutare la Tunisia con 17 milioni di euro! Meno di una elemosima, meno di quanto costino 40 ore di raid aerei. Che schifezza. Io vomito.
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