Welfare

In 100 milioni senza soldi per le cure

Campagna per gli obiettivi del millennio: «Accorciamo le distanze verso il 2015»

di Antonio Sgobba

Ogni anno più di 100 milioni di persone cadono in condizioni di povertà perché le prestazioni sanitarie sono a pagamento: una visita medica può costare quanto un mese di lavoro. Nei paesi in via di sviluppo scarseggia il personale medico-sanitario: più del 50% dei medici formati in Angola, Guyana, Haiti, Liberia, Mozambico, Sierra Leone e Tanzania hanno lasciato i propri paesi e lavorano nei paesi Ocse. «La situazione sanitaria nei paesi in via di sviluppo  è grave», lo dice Azione per la Salute Globale – Action for global health presentando i dati sulla situazione sanitaria nei paesi in via di sviluppo. E lancia la nuova campagna di mobilitazione «Health Heroes» in vista del Summit che si svolgerà dal 20 al 22 settembre a New York. Lì i leader dei paesi maggiormente industrializzati saranno chiamati a prendere decisioni fondamentali per il raggiungimento entro il 2015 degli Obiettivi di sviluppo del millennio.

Questa la situazione ad oggi: 3,5 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa di malattie come la polmonite e la diarrea, la malaria è responsabile del 20% di tutte le morti infantili, la tubercolosi è il killer principale di chi è malato di AIDS.  Il 99% delle morti di bambini al di sotto dei cinque anni avviene nei paesi in via di sviluppo. Ed ancora: ogni anno 536mila donne e ragazze muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, il 99% di queste sono donne che vivono nei paesi in via di sviluppo.

«A livello globale la situazione sanitaria richiede di agire subito e in maniera integrata. E’ necessario investire 12 miliardi di dollari l’anno in più per la salute materna, infantile e neonatale: l’Europa è chiamata a fare la sua parte sostenendo l’assistenza sanitaria di base gratuita e in particolare i servizi per la salute sessuale e riproduttiva che svolgono un ruolo cruciale per la salute delle donne» afferma Daniela Colombo, presidente di Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, partner italiana di Azione per la salute globale.

Per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo per la salute Azione per la Salute Globale ha individuato tre azioni chiave fondamentali: l’abolizione dei ticket sanitari, l’aumento delle operatrici e degli operatori sanitari e l’incremento dell’investimento in aiuto pubblico allo sviluppo.

«Il Summit di New York è la nostra ultima occasione per rivedere quello che è stato promesso e non mantenuto e per organizzare un piano di azione concreto in grado di permettere il raggiungimento degli obiettivi del millennio, in particolare quelli della salute. Purtroppo anche questa volta l’Italia si presenterà portando le peggiori performance in termini di aiuto ai paesi in via di sviluppo» dichiara Uber Alberti, Presidente della Ong Cestas – Centro di Educazione Sanitaria e Tecnologie Appropriate Sanitarie, partner di Azione per la salute globale. «Il primo step precedentemente individuato nell’investimento da parte dell’Unione Europea dello 0,56% del Pil in aiuti per lo sviluppo entro il 2010, è già stato largamente disatteso. Per raggiungere entro il 2015 gli Obiettivi del Millennio, gli Stati devono investire nell’aiuto allo sviluppo lo 0,7% del PIL, di cui lo 0,1% per la salute e adottare chiare indicazioni programmatiche che rendano concreti gli impegni presi. L’Italia per quanto riguarda il proprio contributo per gli obiettivi del millennio per la salute è ferma allo 0.025% del Pil». 

Azione per la Salute Globale chiede all’Europa di supportare i Paesi che decidono di fornire assistenza gratuita, in particolare Burundi, Ghana, Liberia, Malawi, Nepal e Sierra Leone, impegnarsi per aumentare il personale sanitario, promuovere l’attuazione del Codice internazionale dell’Oms per il reclutamento di personale sanitario, aumentare i fondi destinati agli aiuti esteri per la spesa sanitaria fino a raggiungere la quota dello 0.1% del loro Pil.

Per questo lancia la nuova campagna internazionale di mobilitazione sociale «Health Heroes»: l’iniziativa vuole valorizzare chi si sta impegnando affinché la salute non sia più solo un diritto per ricchi. All’interno del sito dedicato alla campagna sono raccolte le testimonianze e i racconti di quelli che possono essere definiti veri e propri «Eroi della salute»: ministri, operatori sanitari, dirigenti di Ong che sono riusciti a trovare soluzioni efficaci e condivise che hanno portato a reali miglioramenti in ambito sanitario nei paesi del sud del mondo particolarmente poveri. All’interno del sito della campagna è possibile anche raccontare le proprie esperienze e il proprio impegno per il diritto alla salute e il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per la salute.


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