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Imu, il lunedì nero del non profit
Entro oggi anche le non profit saranno chiamate a pagare la tassa sugli immobili. L'onorevole Gabriele Toccafondi: «il governo ci ripensi, altrimenti molte onp saranno costrette a chiudere». Le scuole paritarie: «Sarà il caos»
Tentar non nuoce, anche se in questo caso le probabilità che l'appello venga raccolto sono pochissime. Eppure l'onorevole Gabriele Toccafondi, deputato PdL della Commissione Bilancio che si è distinto per aver presentato emendamenti contro l'Imu al non profit, ci prova e lancia l'ultimo monito al governo Monti: “Modifichi la norma entro lunedì 17 oppure il non profit dovrà pagare migliaia di euro di Imu e in molti saranno costretti a chiudere. Chi ci guadagnerà? Di certo non lo Stato”.
Che l'appello sia difficile da accogliere lo testimonia anche l'ultima iniziativa delle Finanze, ovvero la risoluzione 1/DF/2012 secondo la quale le attività che non sono caratterizzate da tariffe simboliche o a titolo gratuito sono chiamate a pagare l’Imu fin dal 2012, mettendosi in regola con il saldo del prossimo 17 dicembre.
Come osserva giustamente l'onorevole lunedì 17 dicembre, "se non cambia qualcosa, pressoché tutte le non profit saranno chiamate a pagare l'Imu 2012 perché quasi tutte svolgono attività commerciale visto che hanno convenzioni e contratti di lavoro, come le mense dei poveri o i centri di recupero, oppure coloro che si occupano di protezione civile o di emergenze, hanno affitti, utenze, acquistano beni e strumenti; molte di queste inoltre hanno rette non gratuite come le scuole paritarie o i centri di assistenza per persone fragili". E proprio dalla scuole paritarie in queste ora sale il grido di allarme più accorato.
“Caos per le scuole paritarie. Così com’è, il testo del Decreto numero 200, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 novembre scorso, risulta iniquo e fumoso. È necessario che il Governo chiarisca i parametri che prevedono l’esenzione dall’imposta per le scuole non statali che, in caso contrario, sono costrette a mettere in discussione la continuità d’esercizio”. Lo ha dichiarato il Presidente di A.Ge.S.C. (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) Roberto Gontero, aggiungendo: “In un sistema di istruzione a quasi monopolio di Stato, come è ancora, purtroppo, quello italiano, le scuole paritarie non esercitano nessun tipo di concorrenza nei confronti di quelle statali. Anzi, data l’esiguità dei finanziamenti, gli istituti privati si trovano in una posizione di svantaggio economico rispetto alle scuole statali. Inoltre, – ha sottolineato Gontero – il testo del provvedimento prevede l’esenzione dall’Imu per le scuole paritarie nel caso in cui ‘i corrispettivi (le rette) sono tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio’. Ma non si precisa di quale frazione si tratti, generando una condizione di confusione tra i gestori. Infatti, le rette, non coprendo la totalità delle spese d’esercizio, costituiscono comunque una “frazione” delle spese stesse".
Ci troviamo di fronte, quindi, "a una condizione che, ancora una volta, penalizza il diritto di libertà di scelta educativa dei genitori e l’effettiva parità scolastica. L’imposizione dell’Imu alle scuole paritarie, infatti, fa retrocedere il sistema scolastico italiano rispetto a quanto avviene negli altri Stati europei, dove adeguati piani di finanziamento alle scuole non statali garantiscono la libera concorrenza nel settore dell’istruzione. Inoltre mette i genitori che devono iscrivere i figli a gennaio in una situazione di totale incertezza. Auspichiamo che il Governo recepisca le istanze delle scuole paritarie, facendo chiarezza una volta per tutte sul provvedimento, così da evitare il pagamento di un’imposta che mette in seria discussione la sostenibilità della continuità formativa di numerosi istituti.”
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