Non profit
Imu e banche, la verità di Guzzetti
Il presidente dell'Acri a Palermo ha anche ringraziato Vita per il Manifesto a favore delle Fondazioni
PALERMO – Una lunga relazione, letta spesso con toni appassionati. Giuseppe Guzzetti (in foto) ha aperto il Congresso del centenario delle fondazioni a Palermo con un intervento che ha toccato tutti i punti caldi e che vedono le fondazioni messe spesso nel mirino da parte del sistema mediatico. Ovviamente non poteva mancare un riferimento alla polemiche sull’Imu, “del tutto pretestuose” le ha definite Guzzetti. Quest’anno le fondazioni pagheranno 3milioni di euro per l’Imu, con edifici esenti perché destinati a scopi sociali per un equivalente di 600mila euro.
Guzzetti ha toccato anche il tema caldo del rapporto tra fondazioni e banche. Ha chiarito che le banche italiane, rispetto alle altre sono molto più banche commerciali orientate al supporto della economia reale. Due dati relativi al 2011 lo confermano in maniera chiara. Il primo è il rapporto fra il totale degli impieghi e il totale dell’attivo: in Italia ammonta al 62,2% contro il 27% in Germania, il 28,7% in Francia e contro una media negli altri cinque principali Paesi Ue (Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Olanda) del 41,8%. Inoltre tra settembre 2008 e dicembre 2011 gli impieghi delle banche italiane sono cresciuti del 9,2% contro un modesto aumento del 2,1% nell’intera eurozona. Il secondo dato, che rende ancor più evidente il radicamento nell’economia reale delle banche italiane, è il rapporto fra il totale degli investimenti finanziari e il totale degli attivi: per le nostre banche è del 22,6% contro il 52,8% in Germania, il 48,2% in Francia e una media negli altri cinque principali Paesi Ue del 34,1%
Guzzetti poi ha dedicato molta attenzione anche alla capacità delle fondazioni di fare sistema ad esempio sull’housing sociale, ricordando che quattro anni fa l’Acri ha potuto offrire al Governo la proposta di un piano nazionale di edilizia sociale, che realizzerà 20mila alloggi da dare in locazione a canoni ridotti del 40-50% a giovani coppie, studenti, lavoratori con redditi bassi, immigrati regolari, famiglie monogenitoriali, anziani. Ovvero a quelle categorie sociali che non rientrano nei parametri per l’assegnazione di case popolari, ma che non sono nemmeno in grado di accedere a un’abitazione a prezzi di mercato. Questi 20mila alloggi verranno realizzati tramite il Fondo Investimenti per l’Abitare (Fia) promosso da Cdp Investimenti Sgr (società partecipata al 70% da Cdp Spa e al 15% ciascuna dall’Acri e dall’Abi) e i fondi regionali e locali che stanno nascendo in diverse regioni d’Italia, anche grazie all’intervento catalizzatore delle Fondazioni di origine bancaria. Il fondo nazionale Fia potrà operare direttamente su quei territori dove i fondi locali non dovessero nascere, ma soprattutto potrà investire fino al 40% nei fondi locali. “Una quota”, ha detto Guzzetti, “che mi auguro, anzi chiedo, passi presto al 60%. Questo ruolo di fondo di fondi consentirà al Fia di aumentare il proprio potenziale di base, pari a circa 2 miliardi di euro, e ai fondi locali di decollare”.
Infine tanto spazio al valore fondamentale del terzo settore in questo momento in Italia. Anche se Guzzetti ha sottolineato il rischi che i volontariato in questa situazione di crisi venga cooptato dalla politica. In conclusione Guzzetti ha ringraziato Vita per il manifesto di sostegno alla fondazioni presentato a Roma il 28 maggio scorso (in allegato), sottolineando l’importanza delle firme che hanno sottoscritto il documento.
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