Economia
Imprese sociali, è tempo della crescita e del riconoscimento
Si è svolta a Bruxelles nella sede del Comitato Economico e Sociale Europeo (Eesc) la terza giornata europea delle imprese dell'economia sociale, che ha riunito politici e attori del settore per esaminare i progressi fatti nel costruire un ecosistema e valutare i prossimi passi per far sì che questo modello imprenditoriale sia riconosciuto e si diffonda
Dopo il successo delle prime due edizioni, il Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese) ha organizzato nella sua sede di Bruxelles la terza giornata delle imprese sociali. Il tema: come fare crescere l’economia sociale.
Impegnato sul tema delle imprese sociali da 10 anni, il Cese ha creato nel 2015 un gruppo di studio permanente dedicato alla materia. L’obiettivo dell’evento è esaminare i progressi fatti nel costruire un ecosistema per le imprese sociale e valutare quali sono i prossimi passi per far sì che questo modello imprenditoriale sia riconosciuto e più largamente diffuso. La giornata ha dato spazio alle esperienze di attori del settore a livello europeo, che hanno presentato storie innovative di successo. Un approccio partecipativo ha caratterizzato l’evento, con workshop per riflettere sull’economia sociale.
Uno studio del Cese rivela che il settore dell’economia sociale fornisce lavoro retribuito al 6,3% della popolazione lavorativa nell’Ue, che equivale a 13,6 milioni di lavori pagati all’interno dell’Unione Europea.
Sia gli imprenditori sociali sia i politici presenti all’evento hanno evidenziato che è tempo che il settore cresca.
«Le imprese dell’economia sociale meritano un vero riconoscimento sul piano europeo per il loro ruolo specifico, per la loro capacità di legare efficacia a un modo di fare impresa più sostenibile, più giusto ed equo», ha sottolineato Nicolas Schmit, ministro del Lavoro e dell'Economia Sociale e Solidale del Lussemburgo. «Questa dimensione europea», prosegue Schmit, «è un motore importante per permettere all’economia sociale di crescere». Schmit ha evidenziato il ruolo che le imprese sociali possono giocare a livello internazionale, specialmente in aree con tassi di disoccupazione molto elevati e tessuto sociale degradato come i Balcani o i Paesi africani. Schmit osserva che: «L’impresa sociale può giocare un ruolo molto importante. Dobbiamo rimuovere le barriere esistenti e aiutare le imprese sociali a sviluppare il loro potenziale».
Christophe Itier, Alto Commissario per l’economia sociale e solidale e per l’innovazione sociale in Francia, ha evidenziato come crescere significhi innanzitutto aumentare la visibilità del settore dell’economia sociale perchè «è sottostimata nelle sue potenzialità di sviluppo economico e di trasformazione sociale, e non visibile da parte dei decisori pubblici, economici e da parte dei cittadini».
Itier ha illustrato il piano governativo francese per l’economia sociale e solidale. Questo prevede la creazione di un patto per la crescita, che accompagni il cambiamento di scala e lo sviluppo dell'economia sociale. «Avremo un centinaio di misure che fungono da acceleratore per le imprese sociali», spiega Itier.
Un altro punto fondamentale della strategia francese riguarda l’innovazione sociale. La Francia ha lanciato un acceleratore e l’iniziativa French Impact, nuovo movimento nazionale che federa gli attori dell'innovazione sociale. L’acceleratore è un nuovo strumento per sostenere e incoraggiare le innovazioni, che permetterà alle iniziative locali di cambiare di scala e di diventare delle soluzioni nazionali.
«Metteremo insieme una sinergia di investitori privati e pubblici per mobilitare un miliardo di euro durante il quinquennio, in favore dello sviluppo delle imprese sociali», ha spiegato Itier. Questa strategia si fonda anche sul favorire la misurazione dell’impatto sociale degli attori dell’economia sociale. «Favoriremo lo sviluppo di una misurazione dell’impatto», conclude Itier.
Nella seconda sessione sono state presentate 4 storie di imprese sociali innovative e di successo a livello europeo, che hanno una cosa in comune: dimostrano che la crescita dell’impresa sociale è possibile.
Pfefferwerk Stiftung (Fondazione Pfefferwerk) è un’organizzazione non profit con sede a Berlino che mira a contribuire alla diversità, alle pari opportunità e allo sviluppo locale della città tedesca per rafforzare la comunità e promuovere la coesione sociale, specialmente nelle zone svantaggiate della città. Questi obiettivi vengono realizzati tramite progetti educativi, ambientali e culturali, e fornendo sostegno finanziario a iniziative di piccola scala.
Impact Hub Bucharest, che fa parte di una rete mondiale con più di 100 sedi in cinque continenti, è un’organizzazione che supporta imprenditori sociali nel processo di crescita a livello nazionale e internazionale, attraverso uno spazio di coworking, programmi di incubazione e di crescita, conferenze, eventi e una piattaforma di crowdfunding. Connette le imprese sociali ad attori locali e internazionali.
Wide, Women in Digital Empowerment, è un’organizzazione non profit fondata in Lussemburgo nel 2014 che opera per l'empowerment femminile attraverso la digitalizzazione. L’impresa non solo gestisce progetti informatici ideati specificamente per le donne, ma anche cerca di lavorare con altri Paesi e organizzazioni per creare consapevolezza su disparità di genere e ineguaglianza in questo settore.
Entrepreneurs Solidaires du Centre d’Isère (Imprenditori Solidali del centro Isère) è un’associazione creata nel 2012 da otto attori locali. Dal 2014 l’associazione gestisce un polo territoriale di cooperazione economica (Ptce), certificato dallo Stato. Questo network, oggi composto da circa 20 imprese, intende potenziare la cooperazione tra diversi imprenditori sociali e creare così progetti più innovativi per l’occupazione e promuovere attività che riguardano l’utilità sociale, la performance economica e il rispetto dell’ambiente.
Le sessioni del mattino si sono concluse con i tre workshop che hanno ispirato una riflessione sulle imprese dell’economia sociale.
Nel corso del primo workshop, incentrato su come promuovere l’impatto dell’economia sociale e rendere possibile la sua crescita, i partecipanti hanno evidenziato che le imprese sociali devono migliorare la loro competitività e produttività se non vogliono essere escluse dal mercato.
Il secondo workshop aveva a tema l’uguaglianza di genere nelle strutture di governance delle imprese dell’economia sociale. I partecipanti hanno sottolineato che il 70% di tutti coloro che lavorano nelle imprese sociali sono donne, ma le statistiche sono opposte quando si tratta di posizioni di lavoro di alto livello, che sono occupate in maniera predominante da uomini.
Nel corso del terzo workshop, dedicato al ruolo dei cluster e delle regioni nella crescita delle imprese dell’economia sociale, i partecipanti hanno sottolineato come i cluster favoriscano il lavorare assieme in un territorio per connettere diversi player, promuovere l’innovazione e aumentare la competitività.
Nella sessione finale i politici dell’Ue hanno affermato che il momento giusto per la crescita dell’economia sociale è ora. «Le ragioni di questo momento ideale sono diverse: potrebbero essere legate al bisogno di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, al bisogno di una migliore coesione sociale o di stimolare la resilienza dell’economia sociale nei confronti delle difficoltà economiche, ma, soprattutto, l’economia sociale può rispondere con successo al nazionalismo in crescita», afferma Sławomir Tokarski, Direttore del Dg Grow della Commissione Europea.
Marie-Christine Vergiat, copresidente dell’Intergruppo per l’economia sociale del Parlamento Europeo, ha evidenziato i rischi che può comportare la crescita dell'impresa sociale, che «non deve perdere la sua anima nel processo di crescita. Bisogna ricordarsi dei fondamenti dell'economia sociale, che sono la cooperazione e la solidarietà, e che fanno la forza dell’economia sociale e la sua specificità», ha concluso.
Foto: © Cese
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