Famiglia

Imprese e ong. Il dialogo migliora tutti

Parla Klaus Leisinger: "La responsabilità sociale non è una moda ma la premessa del successo di un’ azienda"

di Francesco Maggio

La Novartis Foundation for Sustainable Development ha partecipato attivamente all?elaborazione del rapporto dell?Alto commissariato delle Nazioni Unite sui diritti umani. Il presidente della fondazione, Klaus Leisinger traccia per E&F un bilancio di questa esperienza. E&F:Presidente, perché la ?sua? fondazione ha accettato l?invito delle Nazioni Unite a partecipare allo sviluppo di questo report? Leisinger: Novartis si è distinta in questi anni per il suo impegno convinto sul fronte della responsabilità sociale d?impresa ed è per questo che è stata invitata a condividere con altri stakeholders la propria esperienza. Un invito che abbiamo raccolto molto volentieri. E&F: Che cosa pensa di aver imparato di più partecipando alla compilazione di questo report? Leisinger: Molti argomenti che rientrano sotto il titolo «Business e Diritti umani» sono di carattere generale, per esempio divieto di sfruttamento del lavoro minorile e del lavoro forzato, divieto di discriminazione, eccetera. Quello che manca, e su cui abbiamo lavorato, è una specifica analisi del problema. L?articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani fa riferimento al «diritto alle cure sanitarie». Questo articolo è sempre stato interpretato come diritto a ricevere le migliori cure standard per malattie sia fisiche che mentali e coinvolge in prima linea le aziende farmaceutiche. Ma altrettanto importante è la definizione dei limiti che un?azienda deve rispettare in questo ambito. E&F: Pensa che la responsabilità sociale sia una moda che si affievolirà presto o pensa che le aziende non ne possano fare a meno per perseguire i propri obiettivi di business? Leisinger: Credo che la responsabilità sociale di un?azienda sia un tema essenziale per un buon management. La responsabilità sociale non è una moda, ma la premessa del successo di un?azienda. Ma oltre a questo, ci sono delle domande ancora aperte: «Quanto è abbastanza?» e «Da che punto in poi si può cominciare a spendere il denaro degli shareholder per qualcosa che non ha un ritorno sugli investimenti?». Queste sono domande che saranno al centro del prossimo dibattito riguardo alla responsabilità sociale d?azienda. E&F: Lavorando con molte ong allo sviluppo del documento, quali sono gli argomenti sui quali vi è ancora una divergenza tra le due parti? Leisinger: Un argomento complesso come quello del rapporto tra diritti umani e business è visto in modo diverso dai vari stakeholder. Perciò, chiunque partecipi a un dibattito del genere deve conoscere le posizioni dei vari interlocutori, capire dove vi sono punti di incontro e punti di disaccordo. I punti di incontro riflettono la volontà di mettere in atto qualcosa di concreto, mentre le aree di disaccordo si concentrano principalmente attorno alla domanda: «Quanto è abbastanza?». Aziende che hanno contribuito all?elaborazione del rapporto BASF, British Petroleum, Business Leaders? Initiative on Human Rights (ABB Ltd, Barclays plc, Hewlett-Packard Company, National Grid Transco plc, Novartis Foundation for Sustainable Development, Novo Nordisk A/S, MTV Networks Europe, Statoil and the Body Shop International plc), Gap, Newmont, Nexen, Pfizer, Rio Tinto, Sasol, Shell, Sonofon, Storebrand, Telefonica. Ong che hanno contribuito all?elaborazione del rapporto Action Aid, Amnesty, Australian Human Rights Centre, Berne Declaration, Business and Human Rights Resource Centre, Cafod, Castan Centre, Cedha, Christian Aid, Dutch Round Table on Business and Human Rights, Escr-net, Europe Third World Centre (joint submission), Fidh, Geneva Social Observatory, German Clean Clothes Campaign, Greenpeace, Human Rights First, Human Rights Watch, Humanistish Overleg Mensenrechten, Infact, Interfaith Center on Corporate Responsibility, International Baby Food Action Network, International Commission of Jurists, International Peace Academy/FAFO, Misereor , Mineral Policy Institute, Oxfam.


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