Sostenibilità

Imprese alla sbarra, oggi funziona così

I casi

di Redazione

A fatica e con mille difficoltà, nei tribunali il Movimento Consumatori ha ottenuto una serie di vittorie contro comportamenti scorretti delle aziendeMentre il Parlamento fatica a decidere se e come approvare la legge sulla class action, il Movimento Consumatori è in prima linea per tutelare i consumatori anche collettivamente. «Gli strumenti per ora sono quello che sono», spiega Monica Multari, legale dell’associazione. «Abbiamo a disposizione solo la possibilità di chiedere al giudice di inibire i comportamenti scorretti ma non possiamo chiedere che imponga anche un risarcimento del danno. In pratica si tratta di una class action a metà perché dopo la sentenza collettiva, il singolo dovrà fare una causa individuale per avere giustizia. In mancanza di altro però andiamo avanti per questa strada anche perché i risultati sono molto positivi».
«Pensiamo ai casi Sky e Wind Infostrada», aggiunge Alessandro Mostaccio responsabile del settore telefonia di MC. In entrambi i casi i giudici, oltre a dichiarare il comportamento delle imprese scorretto e a inibire le pratiche adottate in precedenza, hanno condannato le società a porre in atto dei rimedi per riparare al danno commesso. Questo non è ovviamente un risarcimento del danno ma è un passo importante. In pratica, con la condanna il giudice ordina all’impresa di inviare una comunicazione scritta a tutti i clienti, lesi dal comportamento dichiarato illegittimo, in cui riconosce il comportamento scorretto e si dichiara disponibile al risarcimento del danno. Con una tale ammissione di responsabilità sarà più semplice per il consumatore intraprendere la propria azione individuale. Però il consumatore non deve più provare l’illegittimità del comportamento.
«È certamente un meccanismo più complesso rispetto a quello che avremmo se avessimo una legge seria sulle azioni collettive risarcitorie», continua Mostaccio. «Ad esempio nel caso Sky, che riguarda le penali di recesso e che ha appena visto il successo di MC anche in fase di reclamo, il Tribunale di Roma ha riconosciuto l’illegittimità del comportamento di Sky, che richiedeva penali esorbitanti, condannandola ad informare tutti i suoi ex clienti che abbiano esercitato il diritto di recesso pagando delle penali di recesso, ad ottenere in restituzione quanto corrisposto ad eccezione degli unici costi legittimi per un ammontare massimo di 9,53 euro + Iva». Se pensiamo che i consumatori erano costretti a pagare anche 900 euro per recedere, si capisce come questo provvedimento incida sulle tasche dei cittadini in maniera effettiva. Nel caso Infostrada, invece, dopo anni di battaglie giudiziarie MC ha ottenuto, anche in appello, il riconoscimento del diritto dei consumatori alla restituzione di canoni Telecom illegittimamente pagati.
«Anche adesso, quindi», conclude Monica Multari, «possiamo incidere concretamente a favore dei cittadini. Se avessimo a disposizione l’azione collettiva risarcitoria, sarebbe tutto molto più facile».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.