Il Colloquio scientifico sull’impresa sociale organizzato da Iris Network a Bari il 23 e 24 maggio scorsi, ha delineato lo stato dell’arte della ricerca sull’imprenditorialità sociale e sulle altre formazioni non profit nel nostro Paese. Ne è emerso un quadro che conferma l’esistenza di una comunità scientifica sempre più ampia in termini quantitativi – erano più di cento i partecipanti e cinquanta i paper presentati – ma anche piuttosto differenziata al suo interno, rispecchiando in questo modo la pluralità delle forme assunte da questa tipologia d’impresa.
Il processo di istituzionalizzazione in atto, sancito anche dalla recente normativa, sembra quindi consentire ai ricercatori di allargare il loro campo di interesse, guardando non solo ai caratteri definitori specifici, ma anche alle contaminazioni con altri fenomeni che ricadono solo in parte nell’ambito dei significati che sostanziano il concetto di “impresa sociale”.
Ecco quindi che nelle varie sessioni di lavoro si sono potuti identificare almeno tre diversi approcci allo studio di questa realtà. Il primo è l’approccio di tipo istituzionale, ovvero di coloro che concentrano la loro attenzione sulle peculiarità dell’impresa sociale, proponendo un quadro interpretativo sempre più sofisticato rispetto agli elementi differenziali tipici di queste imprese nei confronti di altre realtà pubbliche e private (con e senza scopo di lucro). Governance e gestione del capitale umano rappresentano le piste di ricerca più battute per delineare un profilo identitario sempre più preciso dell’impresa sociale che si alimenta soprattutto in ambito economico e giuridico.
Il secondo approccio, in crescita, guarda all’impresa sociale non tanto come forma organizzativa sui generis, ma più come fenomenologia visibile all’interno di contesti di azione e ambiti istituzionali eterogenei: dalla responsabilità sociale d’impresa fino al microcredito e al commercio equo. Si tratta quindi di una funzione esercitata da organizzazioni diverse, ma anche da singoli individui (“l’imprenditore sociale”) lungo un continuum privo di sostanziali elementi di discontinuità rispetto alle istituzioni tradizionali.
Il terzo approccio si sofferma invece sull’analisi dei fondamenti antropologici e sociali da cui scaturiscono realtà associative a finalità solidaristica come l’impresa sociale. Relazioni di reciprocità, dimensione comunitaria, risorse donative e gratuità rappresentano altrettanti oggetti di approfondimento dei ricercatori intervenuti a questa seconda edizione del Colloquio.
Rimane, sullo sfondo, una questione ancora in gran parte irrisolta, ovvero il rapporto tra indagini e riflessioni svolte in ambito accademico e attività di ricerca e sviluppo realizzate da imprese sociali e loro organizzazioni di rappresentanza e coordinamento. L’impressione è che su questo fronte ci siano ancora molte opportunità di collaborazione e di scambio che il Colloquio è riuscito a sfruttare solo in parte per garantire una maggiore e più efficace “reversibilità” della conoscenza scientifica a livello gestionale, ma anche, al contrario, per raccogliere elementi di riscontro più precisi rispetto alla tenuta di modelli teorici ed interpretativi molto sofisticati, ma che forse rischiano un eccesso di astrattezza.
Un tema quindi molto importante che potrà essere affrontato in maniera più compiuta nel corso del prossimo appuntamento organizzato dalla rete Iris, ovvero il Workshop sull’impresa sociale che si terrà a Riva del Garda in Trentino 18 e 19 settembre prossimi.
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